E-mobility tra infrastrutture e timore accise

Tavola Carburanti 1L’infrastruttura elettrica per garantire una mobilità sostenibile è al centro dei pensieri dell’ Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, almeno nei limiti di quanto indicato nel Piano di Sviluppo delle Infrastrutture Nazionali. Nel contesto di realizzazione di un mercato, la mobilità prevede diversi protagonisti sia tecnologici che logistici che sono stati affrontati nel contesto dell’evento “Mobilità elettrica, quale business per le infrastrutture?” organizzato da Gruppo Italia Energia, editore di questa testata, e svoltosi ieri a Roma presso il GSE. Il mercato chiede grandi numeri e la mobilità elettrica ad oggi non ce li ha. La questione resta legata a come stimolare la crescita di questo valore.

Quali sono gli elementi necessari per sbloccare il mercato innescando un circolo virtuoso del sistema? Il dubbio è tra le due priorità: l’infrastruttura di ricarica diffusa capillarmente o la vendita massiva del mezzo elettrico. Le opinioni sono diverse, allineate in parte proprio alla filiera industriale di provenienza. Secondo Nissan, costruttore di autovetture presente al dibattito, è il consumatore che può fare la differenza, acquistando più macchine per cui la logistica delle paline di ricarica dovrebbe seguire l’andamento del mercato. Secondo alcuni fruitori del mezzo invece, la difficoltà logistica di ricarica non favorisce un acquisto a cuor leggero di un auto che ha comunque un costo superiore per categoria all’equivalente al carburante classico o anche al metano o al GPL. Altra questione, dove mettere le infrastruttura di ricarica? Sono storia difatti le reti che avvolte nell’erba vengono tacciate di scarsa manutenzione e poca funzionalità logistica.

I questo contesto la proposta del convegno è pensare alle stazioni di servizio come i luoghi naturali in cui inserire la ricarica elettrica, dato che un utente è già storicamente abituato a pensare a questo sito per effettuare attività di rifornimento delle autovetture. Cosa ne pensano i distributori è il fulcro di quanto emerso nella tavola rotonda di chiusura della giornata che ha visto coinvolti Il rappresentante del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti Giampiero Di Muro, l’associazione Anie con il Gruppo E-mobility con Gianluca Donato e le principali associazioni dei distributori con: Stefano Cantarelli, Anisa Confcommercio; Roberto Di Vincenzo, Fegica Cisl; Martino Landi, Faib e Christian Tucciarone, Autostrade per l’Italia.

Le perplessità delle associazioni di distributori presenti si sintetizzano in due perplessità generali, una legata ai costi del servizio ed una alla logistica propriamente detta. Nello specifico, il costo di attivazione di un simile servizio per una rete carburanti ad oggi in crisi e costretta in molti casi a chiudere potrebbe rappresentare un disagio per il contesto complessivo critico della stazione carburante. De Martino ha infatti sottolineato come l’elettrico può essere una opportunità nella rete, ma come ciò non prescinde dall’effettuare una razionalizzazione della stessa: “Magari rendendola più moderna”. Il punto di vista della logistica, considerata la non elevata rentabilità dell’infrastruttura e la difficoltà a scegliere dove e come posizionare le paline, non lascia aperti molti spiragli. Soprattutto il vero quid sembra la difficoltà di far collimare le diverse esigenze, come sottolinea Di Vincenzo: “Quando siamo tutti intorno ad un tavolo andiamo d’accordo. Nella realtà, lo abbiamo visto con la transizione che c’è stata verso la benzina senza piombo, finché non c’è una netta presa di posizione dello Stato con obblighi, sanzioni e termini di scadenza non accade nulla”; suggerendo che anche per l’elettrico un simile approccio. Anche l’aspetto di scarsa semplificazione legata alla gestione di un veicolo elettrico è un elemento su cui si è soffermata la tavola rotonda, i quanto, come ha evidenziato stesso Cantarelli, la gestione di una auto elettrica oggi implica difficoltà di uso, pensiamo alla logistica della ricarica, e normativa.

Gli fa eco Tucciarone della Società Autostrade che a sottolineato la non immediatezza della realizzazione di un punto di ricarica sulla propria rete. Mario De Martino di Nissan Italia sottolinea quindi come si debba pensare la posa delle infrastrutture di ricarica sopratutto rispetto al mercato. Altro dubbio che emerge è rispetto la modalità di pagamento che il Ministero ha sottolineato come debba tendere, come da stesso Piano Nazionale, a renderlo il più open e fruibile possibile.

Infine il tema: costi. Aleggia difatti lo spettro delle accise sulla ricarica elettrica, sia come elemento che verrà senz’altro aggiunto dal Governo che come rischio rispetto l’incasso complessivo delle casse dell’erario statale. Un gettito fiscale di cui nessuno Stato si proverebbe, senza pensare ad un’altra strada per recuperare il mal tolto.

Di Muro sottolinea come il piano stia soprassedendo sull’uso dei modelli lasciando invece la priorità al più amplio concetto di mobilità dando massima disponibilità alla progettualità di aree e servizi. Rispetto invece il saving energetico utile a tamponare i conti in rosso dei distributori inserendo SEU e rinnovabili, contestualizzati anche da una ricarica elettrica all’interno delle stazioni, a domanda diretta vede un De Vincenti interessato, ma nel contesto della giornata il tema sembra scivolare via da precedenti prese di posizione che rendono impermeabili a efficienze logistiche.

Il business dei SEU, secondo l’avv. Emilio Sani Cellere Gangemi

 

Il fulcro quindi torna ad essere la comunicazione tra i diversi attori che dalla DSO, al costruttore di paline, all’auto, al distributore, una loro ragione che, se messe a confronto, possono anche trovare una soluzione proficua per tutti i player in gioco.

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.