Monitorare lo stato di conservazione dei cibi mediante dei sensori chimici di ultima generazione in grado di analizzare temperatura e umidità. E’ quello che riescono a fare le etichette intelligenti RFID (dall’inglese Radio-frequency identification, in italiano identificazione a radiofrequenza) tecnologie di ultima generazione che possono essere applicate, ad esempio, sulle confezioni di surgelati e trasmettere informazioni su eventuali anomalie attraverso un’app installata sul telefonino di chi va a fare la spesa. Quest’etichetta smart è una delle soluzioni, legate al settore dell’elettronica organica, uno degli ambiti di sperimentazione sviluppati presso il centro ENEA di Portici.
Le etichette High tech e il laboratorio TRIPODE
In particolare ad occuparsi dell’argomento è il laboratorio TRIPODE, sigla che sta per Tecnologie e ricerca per la applicazione dei polimeri nei dispositivi elettronici. In questa sede si sperimentano materiali a base di carbonio per la realizzazione di dispositivi e sistemi iper leggeri, flessibili, sottilissimi, a basso costo e a basso impatto ambientale. Le etichette RFID – nate nell’ambito del progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale chiamato SMARTAGS (SMART application for organic TAGS) – sono “dotate di sensori chimici, di temperatura e di umidità possono essere utilizzate nei supermercati del futuro, ma anche per il monitoraggio di ambienti contaminati, lavorazioni industriali, e in agricoltura”, spiega in una nota l’Ingegner Carla Minarini, Responsabile del Laboratorio.
Il progetto Relight
Ma quello legato alle etichette di ultima generazione è solo uno degli ambiti di ricerca in cui stanno lavorando gli scienziati del laboratorio. Il progetto ReLIGHT (Research for LIGHT – lighting and sunlight), ad esempio, riguarda lo sviluppo di dispositivi innovativi per l’illuminazione come le sorgenti luminose OLED ad alte prestazioni e le celle fotovoltaiche organiche integrabili nelle facciate degli edifici, nelle tettoie e nei tessuti. “L’elettronica organica è una tecnologia ancora giovane ma con molti punti di forza come la possibilità di realizzare dispositivi ad elevato grado di flessibilità ed elasticità – sottolinea Carla Minarini – ad esempio con gli OLED, gli Organic LED, possiamo fare lampade piatte, curve e flessibili con ottime rese di colore. Il nostro obiettivo è fare ricerca utile per l’innovazione delle imprese ed è per questo che lavoriamo in stretto contatto con partner industriali”.
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