L’impatto climatico dell’industria chimica italiana si è ridotto del 61% negli ultimi trent’anni

Ecco i risultati dell’ultimo rapporto annuale del programma Responsible Care di Federchimica.

industria chimica Federchimica
La presentazione del 29esimo rapporto annuale di Responsible Care a Milano © Federchimica

I consumi energetici dell’industria chimica italiana sono calati del 44 per cento rispetto ai livelli del 1990, mentre l’efficienza energetica è aumentata del 33,3 per cento. Il raggiungimento di un simile risultato, in linea con l’obiettivo europeo del 32,5 per cento entro il 2030, è stato possibile anche grazie agli investimenti nelle fonti rinnovabili e nell’economia circolare. È quanto emerso l’8 novembre a Milano alla presentazione del 29esimo rapporto annuale di Responsible Care, il programma mondiale di Federchimica per la promozione dello sviluppo sostenibile nell’industria.

Calano anche il consumo di acqua e la produzione di rifiuti

Parallelamente, le emissioni dirette (scope 1) si sono ridotte del 58 per cento, mentre quelle indirette (scope 2) sono diminuite del 68 per cento. Considerando la totalità delle emissioni, si può dire che l’industria chimica, fra i settori hard to abate, abbia ridotto il proprio impatto climatico del 61 per cento rispetto al 1990. Dal 2005, inoltre, sono calati i consumi di acqua (-46 per cento) e, in particolare, di acqua dolce (-55 per cento). Nell’ultimo anno si è assistito anche a un calo del 14 per cento nella produzione di rifiuti.

L’industria chimica e i criteri ESG

“La trasformazione del mondo del lavoro e dei processi produttivi per effetto delle tre transizioni – verde, digitale e demografica – impone una nuova cultura di impresa che ponga la persona al centro: dallo sviluppo della produzione alla generazione di valore sociale”, ha commentato Ester Rotoli, direttrice centrale prevenzione Inail. Il rapporto, non a caso, ha messo in luce anche come il numero di infortuni nel settore sia diminuito del 44 per cento dal 2010.

“È necessario che il processo decisionale verso la transizione coinvolga le istituzioni e tutti i soggetti interessati, anzitutto adottando un approccio scientifico, pragmatico e non ideologico; deve essere creato un ambiente favorevole alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione e potenziata la capacità di attrarre capitali, investimenti e risorse umane di eccellenza”, ha aggiunto Francesco Buzzella, presidente di Federchimica. “La transizione ecologica resta un obiettivo sempre più fondamentale, ma deve essere perseguita con tempi di adeguamento sostenibili che non compromettano il rapporto tra benefici e costi economici e sociali”.

Il premio Responsible Care 2023

L’evento milanese ha rappresentato anche l’occasione per consegnare il premio Responsible Care, giunto alla sua 19esima edizione. Le aziende premiate quest’anno sono:

  • Clariant, per il progetto “Conversione completa all’essiccazione solare della bentonite”;
  • Covestro, per il progetto “Sistema di gestione security polo di Filago”;
  • Siad, per il progetto “COOOL® FreeToGo – L’innovazione per un delivery sostenibile”.
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