Federbeton e Corepla sottoscrivono un protocollo d’intesa

L’intesa prevede la valorizzazione sostenibile e circolare degli imballaggi in plastica

plasticaCorepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, e Federbeton, federazione che all’interno di Confindustria rappresenta i produttori di cemento e calcestruzzo, hanno firmato un protocollo d’intesa.

Il contratto formalizza una collaborazione sul tema del recupero energetico.

L’accordo

Il protocollo d’intesa nasce dalla consapevolezza che questa forma di trattamento è fondamentale per la piena valorizzazione degli scarti dell’attività degli imballaggi in
plastica 
non riciclabili.

Questi materiali residuali, infatti, possono essere trasformati in energia.

L’avvio di questi rifiuti plastici agli impianti di produzione di combustibili alternativi (come Css il Combustibile solido secondario) consente di sfruttarne l’altissimo potere
calorifico. Inoltre, li sottrae al conferimento in discarica, limitando o
azzerando la quota destinata all’esportazione.

Che, secondo il Rapporto rifiuti Ispra 2021, è persino 3 volte superiore a quella importata.

Con sempre maggiore determinazione l’Italia persegue l’attuazione di una
concreta strategia di transizione energetica. Puntando ai molteplici
obiettivi di tutela dell’ambiente, indipendenza energetica e accessibilità
dei costi delle risorse
”. Ha sottolineato il presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo

Il settore cementizio è consapevole della necessità di azioni tese a ridurre l’impatto ambientale della propria attività

Il settore del cemento è fortemente impegnato nella sfida per la decarbonizzazione. La strategia condivisa dalle imprese della filiera prevede diverse azioni che, in tempi diversi, contribuiranno al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.

L’utilizzo del Css, combustibile alternativo derivato dai rifiuti attualmente non riciclabili come il Plasmix, rappresenta una delle leve immediatamente implementabili.

Il tasso di sostituzione calorica con combustibili alternativi nelle cementerie in Italia è fermo al 22%, ben lontano dalla media europea al 52%.

Da un punto di vista tecnologico, gli impianti italiani sono già attrezzati per raggiungere un livello analogo, ma persistono ostacoli burocratici e culturali che non permettono di esprimere le reali potenzialità del settore.

Secondo la stima elaborata dal laboratorio Ref Ricerche, un tasso di
sostituzione calorica del 66% in Italia porterebbe al taglio di 6,8 mln di
tonnellate di CO2 emesse in atmosfera con benefici immediati per ambiente e
industria.

L’uso dei combustibili alternativi rappresenta una soluzione fondamentale
per la filiera del cemento e del calcestruzzo. Si tratta di una pratica con
grandi potenzialità inespresse, che può portare una riduzione delle
emissioni e contribuire a una più efficiente gestione dei rifiuti non
riciclabili, a vantaggio della collettività
”. Conclude Roberto Callieri,
presidente di Federbeton
.

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