Lo sviluppo dell’acciaio verde costerà dodici miliardi di euro l’anno all’UE

La decarbonizzazione dell’acciaio costerà circa dodici miliardi di euro l’anno all’Unione europea. È la stima elaborata nel maggio 2023 dal Centro Politiche Europee (Centre for European Policy, CEP). Secondo gli analisti, disaccoppiare rapidamente l’economia ad alta intensità energetica dalle risorse fossili, senza sacrificare l’industria e la prosperità, è tecnologicamente e normativamente complesso.

Gli strumenti normativi utili alla transizione

A livello normativo, però, ci sono delle strategie su cui puntare: i contratti di tipo Carbon Contracts for Difference (CCfDs) e i mercati guida ambientalmente sostenibili (green lead markets) attutirebbero le incertezze sui ricavi causate dalla regolamentazione e premierebbero l’ambizione imprenditoriale nella decarbonizzazione.

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Revolution mit Risiken. André Wolf vom Centrum für Europäische Politik (cep) schlägt insbesondere Klimaschutzverträge und grüne Leitmärkte vor ⬇️https://t.co/Cs7ClzDmQm pic.twitter.com/vTIplBKGMf

— Centrum für Europäische Politik (@cep_GER) May 19, 2023

“Inoltre, possono essere combinati senza portare a doppi sussidi”, chiarisce André Wolf, economista del CEP. Che, in riferimento ai dodici miliardi annui relativi all’industria siderurgica, specifica: “Si tratta di una cifra in fondo piuttosto ridotta rispetto ai costi totali della transizione energetica”.

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L’acciaio verde fra le priorità dell’UE

Secondo Wolf, lo sviluppo di lead markets basati su quote di approvvigionamento per l’acciaio verde comporterebbe solo lievi oneri aggiuntivi per le industrie strategiche a valle, se i prezzi fossero fissati in modo competitivo. Qualcosa su cui riflettere, visto che la produzione dell’acciaio a basse emissioni è una priorità per l’Unione europea.