Digitalizzazione e sostenibilità guardando a Comuni e industria

I risultati dell'ICity Rank 2022 di FPA e l'apertura degli Stati generali della digitalizzazione a cura di Fondazione per la Sostenibilità Digitale. Novembre si chiude guardando alla qualità della vita e sostenibilità per città e aziende

  • Firenze è il comune italiano con l’indice di trasformazione digitale 2022 più alto
  • L’ultimo decennio è stato caratterizzato da una progressiva crescita digitale media delle città
  • La digitalizzazione guarda alla sostenibilità

digitalizzazione e sostenibilità

Sono ventisei le città “digitali”, capaci di utilizzare in modo diffuso, organico e continuativo le nuove tecnologie. Questo secondo quanto emerge oggi 29 novembre dall’analisi ICity Rank 2022 di FPA, che stabilisce un parametro di confronto attraverso la costruzione di indice di trasformazione digitale.

Essere digitali vuol dire anche essere sostenibili? Se lo sono chiesti a Bologna, terza nell’ICity rank, dove il 25 e 26 novembre si sono svolti Stati Generali della Sostenibilità Digitale indetti dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale. In questa occasione come spiega Stefano Epifani, presidente della Fondazione e docente di Sostenibilità Digitale all’università di Pavia, “abbiamo voluto fare il punto su un tema tanto importante quanto spesso, purtroppo, frainteso: quello della relazione tra digitalizzazione e sostenibilità nelle strategie delle aziende e delle istituzioni”.

Il Digital Sustainability Paper

Il Digital Sustainability Paper è il portato della riflessione congiunta dei dirigenti e dei docenti universitari membri del Comitato Scientifico della Fondazione intervenuti.

Indica le aree d’azione più dirimenti su cui intervenire tramite le Istituzioni, coordinandole con il Pnrr. Tra queste la necessità di:

  1. Introdurre criteri di premialità per Enti pubblici e privati che implementino concretamente la sostenibilità digitale nei propri progetti misurandone gli impatti.
  2. Istituire il Testo Unico della Sostenibilità Digitale che semplifichi e raccolga tutte le norme relative ai temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale collegati alla digitalizzazione (ad esempio impatto carbonico del digitale, accessibilità, apertura dei dati, pari opportunità). Che funga, inoltre, da articolatore sistemico a livello nazionale ed europeo.
  3. Creare strumenti funzionali alla misurazione della sostenibilità digitale nei progetti complessi sviluppati dalle grandi organizzazioni per favorire la quale la Fondazione è già al lavoro ad una Prassi di Riferimento Uni sulla Sostenibilità Digitale.
  4. Rendere coerenti le politiche nazionali di sviluppo del digitale con gli obiettivi di Horizon 2030.
  5. Sviluppare una forte azione di sensibilizzazione e formazione verso cittadini, aziende ed istituzioni sui temi inerenti al ruolo del digitale a supporto della sostenibilità.

Il progetto Digital4Aid

Gli Stati Generali sono anche l’occasione per lanciare il programma che da avvio all’area “charity” della Fondazione: Digital4Aid. L’obiettivo è dimostrare, in concreto, che il digitale può essere un grande alleato della sostenibilità.

Sarà orientato a identificare, finanziare e realizzare progetti concreti che contribuiscano a risolvere un problema identificato da Agenda 2030.

La classifica dell’ICity Rank

Tra i 108 Comuni Capoluogo italiani è Firenze ad aggiudicarsi il podio come Comune con un indice di trasformazione digitale 2022 più alto, davanti a Milano e a un terzo posto condiviso pari merito tra più comuni: BergamoBolognaCremonaModenaRoma Capitale e Trento.

“Nel 2022 abbiamo assistito ad una forte accelerazione digitale delle città italiane, da un lato grazie al consolidamento delle piattaforme abilitanti come Spid, PagoPA, AppIO, dall’altro al supporto finanziario e operativo centrale“, commenta Gianni Dominici, direttore generale di FPA. “Molte città si sono avvicinate al modello che per anni è stato di poche realtà innovative e oggi la grande maggioranza dei capoluoghi è a buon punto nel percorso di digitalizzazione. Si può considerare conclusa con successo una prima fase, ma se ne apre una nuova, in cui è necessario stimolare la fruizione effettiva dei servizi online dei cittadini, rendere i social e le app veri strumenti di partecipazione alle decisioni, utilizzare le tecnologie per creare strumenti integrati di monitoraggio”.

In crescita il Sud e i piccoli centri

Difatti il sud e i piccoli centri incalzano e segnano importanti crescite nel livello medio di digitalizzazione. Messina è migliorata di ben 34 posizioni (dalla 62^ alla 28^), mentre L’Aquila, Cuneo, Imperia e Trapani guadagnano 16 punti.

I bocciati sono solo sette con un indice di trasformazione digitale inferiore a 30 e sono: Rieti, Avellino, Benevento, Foggia, Agrigento, Enna e ultima Isernia. 75 sono i comuni “rimandati” con un punteggio che ne determina un percorso ancora lento di crescita digitale.

“Per affrontare la nuova fase di evoluzione, sarà importante la capacità di traino delle città più innovative, il supporto e coordinamento delle agenzie nazionali e lo scambio di esperienze tra le amministrazioni e le imprese” rimarca Raffaello Balocco, CEO di DIGITAL360

Indice di trasformazione digitale come è composto

L’indice di trasformazione digitale è composto da una media aritmetica di otto indici settoriali. Si tratta di una valutazione complessa che sintetizza 35 indicatori basati su 150 variabili: servizi online, canali social, piattaforme abilitanti, open data, apertura, WiFi pubblico, app municipali e IoT.

Leggi anche: Spesa energetica dei comuni, perché non agire sull’IVA

 

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