MallorcaOggi il Governo regionale delle Isole Baleari lancerà una nuova legge contro i cambiamenti climatici per Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera, con l’ambizioso obiettivo di arrivare a una generazione di energia al 100% da fonti rinnovabili nel 2050. Attualmente, spiega una nota, l’arcipelago è molto indietro sulla produzione energetica da fonti non convenzionali e green: solo il 3% proviene da rinnovabili, di cui il 2% da fotovoltaico, mentre più del 70% dell’elettricità deriva da combustibili fossili e il 20% è importata dalla terraferma.

Mix Generazione Energetica Spagna

Gli step

La nuova legge prevede target intermedi di penetrazione dell’energia pulita, rispettivamente del 10% al 2020, del 35% entro il 2030, fino al traguardo appunto del totale prodotto da fonti rinnovabili nel 2050. Inoltre, il governo regionale dovrà redigere piani quinquennali che illustrino le modalità con le quali intende raggiungere gli obiettivi vincolanti e dovrà anche istituire una commissione indipendente di esperti che monitori i progressi nell’impegno e indichi le politiche da adottare.
Diventerà obbligatorio per tutti i parcheggi oltre i 1.000 m2 di estensione, entro il 2025, e per tutti gli edifici che saranno costruiti dopo il 2020, installare pannelli FV da cui attingere l’energia. E ancora, verrà chiesto alle compagnie di autonoleggio di rendere sempre più elettrica la propria flotta di veicoli, con l’obiettivo di arrivare al 100% di auto elettriche nel 2035.
Il Governo delle Baleari ha chiesto al Commissario UE per l’energia, lo spagnolo Miguel Arias Cañete, il via libera per l’avanzamento del piano “green”. Le due parti si incontreranno il 20 Febbraio a Bruxelles per discuterne.

Una nazione poco matura sulle rinnovabili

Il provvedimento, come altri simili in Europa, sembra ispirato alla “UK Climate Change Law” e potrebbe avere un effetto importante anche di esempio verso il resto della penisola iberica, la cui legislazione in ambito rinnovabili è estremamente indietro. Eppure, si legge ancora in nota, vi sono alcune leggi spagnole che sembrano andare nel senso opposto a una riduzione delle emissioni. Un esempio è quello della “sun tax”, recentemente bocciata dall’UE, che tassa gli impianti FV privati e domestici non solo per l’energia immessa nella rete, ma anche quando utilizzata per l’alimentazione privata. Inoltre, nonostante Madrid abbia firmato gli Accordi di Parigi per la riduzione delle emissioni e abbia annunciato la stesura di una legge sul clima nel 2015, nel 2016 e nel 2017 non ha pubbliato nessun provvedimento sul tema.
Dalla crisi del 2008 la Spagna ha visto stabilizzarsi la quota di penetrazione delle fonti alternative, dopo il boom di inizio secolo che ha investito anche l’Italia, con conseguenze negative sull’occupazione nel settore e per gli investitori, in assenza di incentivi. In questi anni
la “overcapacity” nel sistema energetico nazionale e il prezzo elevato dell’energia al consumatore sembrano aver sostenuto la produzione da fonti fossili.

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