Vince Donald Trump e vince la brown economy

E’ Donald Trump il 45mo Presidente degli Stati Uniti d’America

 

Trump

Nelle stesse ore in cui Marrakech diventa il simbolo della lotta al cambiamento climatico, gli Stati Uniti d’America si trasformano nel fortino del carbone. Con il victory speach pronunciato a New York City, il futuro presidente statunitense Donald Trump chiude l’election day portando con sè una minaccia: quella di uscire dall’accordo raggiunto nella COP21 di Parigi e di sostenere un mix energetico basato sul binomio shale gas-carbone. Dall’altra parte dell’Atlantico, invece, al suo secondo giorno la conferenza dell’ONU sul Clima, la COP22, cerca di rendere operativo l’Accordo di Parigi per il contenimento del cambiamento climatico e dell’aumento della temperatura globale.

La vittoria di Donald Trump e la sconfitta di Hillary Clinton

Con 290 grandi elettori e la maggioranza alla Camera e al Senato, il repubblicano ha prevalso nettamente sulla democratica Hillary Clinton, vincendo una campagna elettorale senza esclusioni di colpi a discapito di sondaggi e previsioni mediatiche di tutto il mondo. E a vincere è anche la brown economy: Donald Trump, infatti, ha più volte criticato le scelte di Barack Obama schierandosi a favore di un’economia degli idrocarburi. D’altro canto, la Clinton si è sempre presentata come l'”erede green” di Obama, portando con sè l’idea di rendere gli Stati Uniti “una superpotenza verde del XXI secolo” promuovendo una “Clean Energy Challenge”.

La parola all’esperto

“Trump praticamente incarna il “newyorchese stronzo”, una precisa macchietta americana – dichiara nella sua nota diplomatica il climatologo James Hansen, dal 1981 a capo del Goddard Institute for Space Studies della NASA – Ma Hillary invece rappresenta alla perfezione tutto ciò che la vasta popolazione media e “bassa” degli Usa ritiene non vada nella gestione del Paese ed è pure antipatica da morire”.

Ma cosa accadrà ora? “E’ evidente che il voto “per” lui è più un nettissimo voto “contro” gli altri piuttosto che un’approvazione generalizzata delle sue politiche – prosegue Hansen – Ad ogni modo, operativamente, la linea del “let them eat brioches” di Obama e dei democratici nei confronti della “tradizionale” maggioranza americana ha fallito, e così vistosamente che sarà parecchio difficile e doloroso salire sul carro del nuovo vincitore. Tutti e due i partiti si sono suicidati, ma sarà più facile per i repubblicani fare come se niente fosse successo”.

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