Secondo lo studio “Il contributo delle utility al rilancio delle piccole e medie imprese italiane” realizzato dall’Osservatorio Utilities Agici – Accentures e i cui risultati sono stati divulgati oggi, la transizione energetica offre “un’occasione unica per le Utility per assumere un ruolo forte nel processo di rinnovamento del Paese e nella creazione di un ecosistema inclusivo e sostenibile in grado non solo di offrire servizi innovativi, ma di migliorare il conto economico, la reputazione e la competitività di Pmi e PA” dichiara in una nota Claudio Arcudi, responsabile Energy & Utility di Accenture Italia. L’analisi evidenzia il ruolo chiave e il bagaglio di competenze nella filiera della fornitura di energia asset e il rapporto sinergico con le piccole e medie imprese e la pubblica amministrazione.
In questo contesto secondo l’Osservatorio le Utility dovrebbero rivedere il modello di business in otica di piattaforma, un ecosistema in grado di mixare attività, prodotti e servizi propri con quelli di altri soggetti. Di fatto diventando gli “intermediari” delle Pmi verso la PA. Al momento solo il 31% delle Pmi ha manifestato obiettivi correlati alla sostenibilità. Un’inversione di rotta che potrebbe secondo lo studio consentire “una riduzione delle emissioni annuali di gas a effetto serra al 2030 fino a 60 milioni di tonnellate di CO2”.
Le azioni della piattaforma utility secondo l’Osservatorio Agici Accenture
Autoproduzione da rinnovabili, efficienza energetica per una riqualificazione edilizia, soprattutto della PA, come anche gestione del ciclo rifiuti e del ciclo idrico, la logistica, l’illuminazione pubblica, la sicurezza e l’abilitazione di percorsi culturali intelligenti e la mobilità sostenibile sono tutti temi dei servizi che, secondo l’Osservatorio Agici Accenture, le utility dovranno approcciare in modo inclusivo e standardizzato alle Pmi, ma prevedendo ampi margini di personalizzazione.
“La recente approvazione del Piano di Ripresa e Resilienza pone le basi per un nuovo modello di sviluppo in grado di coniugare industria e ambiente. La vera sfida, tuttavia inizia ora, perché è da ora in poi che dalle parole bisognerà passare ai fatti e ciò richiederà grande impegno per tutti i soggetti coinvolti” rimarca Marco Carta, amministratore delegato di Agici. “È quindi confortante sapere che le Utility italiane hanno tutte le caratteristiche per “mettere a terra” progetti concreti e utili per il Paese: un grande patrimonio di competenze tecniche e manageriali, un forte legame con i territori, una solida salute economico-finanziaria.”
Nel corso del workshop sono stati anche consegnati i premi Manager Utility 2020 da parte della Rivista “Management delle Utilities e delle Infrastrutture” a Agostino Re Rebaudengo di Elettricità Futura e Michaela Castelli di Utilitalia, rispettivamente, per le categorie “Energia” e “Servizi Pubblici Locali”.
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