L’uso di combustibili fossili per generare elettricità nell’UE è nettamente diminuito

Un traguardo che dipende soprattutto da una ridotta domanda di elettricità, cui si aggiungono risultati positivi anche sul fronte della produzione da fonti rinnovabili.

Nei primi sei mesi del 2023, l’uso di combustibili fossili per produrre elettricità nell’Unione europea è diminuito del 17 per cento rispetto al primo semestre del 2022, con picchi del 20 e del 30 per cento in alcuni Paesi.

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Per la precisione, ammontano a 410 i TWh generati a partire da fonti inquinanti: il valore più basso dal 2015, stando all’analisi pubblicata il 30 agosto dal think tank Ember. In sette nazioni – Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Polonia, Slovenia e Italia – il consumo di combustibili fossili ha raggiunto i livelli più bassi del secolo.

“Non si può fare affidamento solo sulla limitazione dei consumi”

Un risultato dipeso dalla diffusione delle energie rinnovabili, ma soprattutto da una significativa riduzione della domanda di elettricità. “Il gas e il carbone sono troppo costosi e troppo rischiosi, ed è positivo che il loro utilizzo stia diminuendo. A lungo termine, tuttavia, non si può fare affidamento solo sulla limitazione dei consumi: bisogna dare una spinta alle rinnovabili”, ha commentato Matt Ewen, analista di Ember. Bisognerà tenere conto, infatti, anche della crescente diffusione dei veicoli elettrici e delle pompe di calore.

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È importante anche rafforzare la sicurezza energetica

Non è da sottovalutare, parallelamente, la necessità di rafforzare la sicurezza energetica: “Dato che una parte significativa del fabbisogno di combustibili fossili dell’UE è soddisfatta tramite le importazioni da Paesi terzi, esiste una vulnerabilità. Anche una piccola interruzione nella catena di approvvigionamento potrebbe portare ad aumenti dei prezzi e potenziali carenze energetiche”, ha spiegato al quotidiano Guardian l’analista Petras Katinas, co-autore del report.

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I record legati alle FER

In ogni caso, la crescita dell’energia solare è continuata nella prima metà dell’anno, producendo il 13 per cento in più di elettricità rispetto allo stesso periodo del 2022. La produzione eolica è aumentata del 5 per cento, mentre l’energia idroelettrica è cresciuta dell’11 per cento dopo un deficit dovuto alla diffusa siccità. La produzione nucleare è scesa del 4 per cento, ma è destinata ad aumentare nel corso dell’anno.

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Secondo il rapporto, diversi Paesi hanno battuto record per la quota di energia proveniente da fonti energetiche rinnovabili. Grecia e Romania hanno superato per la prima volta il 50 per cento, mentre Danimarca e Portogallo hanno superato il 75.

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