Mercato libero, il nuovo profilo della casalinga di Voghera

consumatore“Il consumatore italiano è in ritardo rispetto all’interattività degli altri cittadini europei” su questa affermazione si apre la tavola rotonda “Sogni e Bisogni con gli occhi del consumatore” nel corso dell’Festival dell’Energia, svoltosi presso il Politecnico di Milano tra il 15 e il 16 maggio.

Il tema è il rapporto tra il cliente finale e l’operatore di servizi energetici partendo dai risultati della ricerca commissionata da Acquirente Unico ad Atlas.

La ricerca è stata realizzata su un campione di 2000 interviste face to face, ad un campione costituito da soggetti dai 15 ai 74 anni, rappresentativo della popolazione italiana, per i principali parametri sociodemografici: sesso, età, area geografica e comune di residenza, livello di istruzione. Eclatante le conclusioni in merito alle variabili di scelta del consumatore: il driver di prezzo non è risultato sufficiente, anzi non spiega i comportamenti del consumatore. Difatti, l’83,9% dichiara di essere rimasto nel mercato tutelato.

Tale dato che tra l’altro risulta sovradimensionato rispetto quanto registrato dall’Autorità per il servizio elettrico e gas ed il servizio idrico, come commenta il Commissario Luigi Carbone.

Perché il cittadino italiano non cerca di cambiare il proprio profilo di utenza, e soprattutto perché, anche chi lo ha fatto, in alcuni casi ignora -frodi escluse- di aver compiuto tale gesto? “Passivi e impauriti” afferma Massimiliano Dona Segretario generale, Unione Nazionale Consumatori riprendendo due dei profili tracciati dalla Atlas. “Il problema è la mancanza di coinvolgimento”, per questo pubblico che rappresenta il 35% del panel, questo potrebbe essere un primo step di rilancio. Secondo Dona “L’impaurito lo possiamo sedurre con gli status symbol, facendogli comprendere la performance dell’energia”. Altro strumento di coinvolgimento che suggerisce è la misura delle proprie performance un servizio in cui, sulla falsariga dell’analisi dei consumi telefonici, gli operatori possono mettere a disposizione un’analisi consumo/abitudini. In una parola il consumatore deve essere “ingaggiato” dall’operatore di servizi a compiere una gestione migliore delle proprie attività e interagire con lui stesso e la società.

Ma secondo l’analisi sul consumatore, esposta dalla dott.ssa Monica Fabris, è la “mancanza di interesse” la causa principale di inattività per l’italiano medio. A cui il prof. Giuliano Noci del Politecnico la ricetta è una sola: “L’elettrone deve diventare più caldo”. “Dobbiamo chiederci”, secondo il professore “cosa i produttori vogliono trasferire come messaggio”. L’analisi di Noce prevede una proposta di energia come “servizio che entra nelle case e come tale da valore alle attività dell’individuo”.

Dalla ricerca emerge anche un profilo ben delineato il: consumatore “consapevole”. Colui che sa cambiare culturalmente è predisposto alle tematiche dell’ambiente e della reciprocità, comprende e a fatto suo il concetto di integrazione, ha dei valori culturali stabili e ha fatto della sostenibilità un concetto pari a “innovazione” e soprattutto ha un valore aggiunto ideale e culturale.

“Noi siamo arrivati in un mondo dove il consumatore andava protetto e lo abbiamo fatto in diversi modi” ricorda Carbone commissario dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas ed il servizio idrico.“ Ma oggi dobbiamo tutelarlo dandogli capacità di innovazione e protezione. Certamente la figura del consumatore sta cambiando e noi per svolgere al meglio questo incarico dobbiamo capirlo”. In questo panorama vediamo un profilo del consumatore che sta cambiando, anche la casalinga di Voghera si rinnova e secondo la ricerca Atlas: lavora, vive in provincia sì, ma vicino ad una grande città centro del nord come Milano. Insomma un consumatore nuovo e dai diversi profili. Di questi non possiamo dimenticare il consumatore consapevole che secondo una visione poetica di Carbone  “si vorrebbe rilassare, ma poi si ritrova a compiere viaggi straordinari intorno al mondo” .

Lo scopo di questa ricerca”, sottolinea Paolo Vigevano Presidente e AD di Acquirente Unico, “non è capire meglio chi è il soggetto a cui ci rivolgiamo, AU non è un operatore che fa marketing per acquisiste i clienti. Piuttosto volevamo mettere a disposizione dei decisori pubblici nuove e ulteriori informazioni, utili a orientare le politiche pubbliche nei confronti delle famiglie e delle piccolissime imprese e per aumentare la sana concorrenzialità all’interno del mercato. In questo senso AU è uno strumento, che agisce attraverso il mercato” . Certo che, come il consumatore, anche la gestione degli operatori deve cambiare “Mettere in comune i diversi sistemi informativi dei fornitori è una modernizzazione del sistema che o si realizza non serve stare a parlare”. Ricorda Vigevano “Perché oggi, non è più un problema di tutela del consumatore ma di ruolo”.

Sfruttare le potenzialità inespresse. Il commento di Stefano Da Empoli presidente I-Comm

http://www.youtube.com/watch?v=Dr3LDlVs_kQ

 

Piergiorgio Romiti ErreEnergia: Quello che conta è il prezzo finale del consumatore

http://www.youtube.com/watch?v=IuVUEKj_t58

 


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.