Qual è l’impatto dei diversi settori industriali sugli ecosistemi marini? Di questo intende occuparsi One Ocean Foundation, realtà non profit che agisce a internazionale che ha presentato l’avvio dell’Ocean Impact Initiative (OII). L’attività vedrà la collaborazione anche di SDA Bocconi, McKinsey & Company e il centro di ricerca spagnolo CSIC – Consejo Superior de Investigaciones Científicas.
“Molte aziende non sono ancora consapevoli delle pressioni dirette e indirette che esercitano sull’oceano, né dei rischi che il degrado dell’ambiente marino comporta per il loro stesso business” – ha dichiarato Jan Pachner, segretario generale di One Ocean Foundation. – “L’OII nasce proprio dall’esigenza di colmare un vuoto nella rendicontazione di sostenibilità: oggi non esiste ancora uno strumento dedicato all’oceano, nonostante il suo ruolo essenziale per la vita sulla Terra e il fatto che quasi tutte le pressioni derivano dall’industria”.
L’iniziativa intende realizzare un nuovo strumento concreto, scalabile e scientificamente solido, in grado di accelerare la transizione verso una economia blu più consapevole e responsabile fornendo dati standardizzati, declinati a livello settoriale.
Un lavoro che ha coinvolto 54 oceanografi e rappresenta il primo framework internazionale progettato per integrare l’oceano nelle metriche di sostenibilità aziendale e guidare scelte di investimento consapevoli. Il lavoro di cui sapremo di più il 7 giugno prossimo, in occasione del Blue Economy Finance Forum di Montecarlo, parte del programma ufficiale della terza conferenza delle Nazioni Unite sull’oceano (UNOC) a Nizza, ha agito studiando anche grazie all’Ai migliaia di dati disponibili.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.