Pianificazione, prevenzione e promozione turistica. Le potremmo considerare le “3 P” del progetto europeo Triton, dedicato alla mitigazione dell’erosione costiera, finanziato dal Programma Interreg Grecia-Italia V-A 2014-2020. Di fondo c’è la volontà di fornire gli strumenti giusti per la corretta gestione delle coste, spiega a Canale Energia Michela Cariglia, project manager assistant di ARTI, l’Agenzia strategica che fornisce assistenza tecnica alla Regione Puglia, capofila del progetto.

Scritto tre anni fa, il progetto biennale è stato approvato ad aprile 2018 ed è partito a settembre dello stesso anno. I dettagli nell’intervista.

Erosione costiera: tema sempre più preoccupante?

Il progetto è la naturale evoluzione di Marine e nasce dall’osservazione empirica in Puglia e in Grecia con sistemi WebGis dei fenomeni di abusivismo edilizio e delle concessioni demaniali. L’analisi di questi dati ha fatto emergere la necessità di armonizzare indicatori specifici per avere un sistema omogeneo di pianificazione della fascia costiera che possa essere adottato in Grecia e in Italia, in Puglia per la precisione. Con il repository data sarà possibile catalogare le informazioni utili e prevenire l’erosione costiera.

Come sono ripartiti i compiti?

In Grecia si occupano di sviluppare un algoritmo che sfrutta la mappatura satellitare e, tenendo conto del variare delle stagioni, consente di attualizzare il dato usando indicatori di perfomance che riguardano: velocità del vento, moto ondoso, profondità delle acque, rifacimento della spiaggia. Per l’indicatore sulla biodiversità, ad esempio, si tiene conto della presenza di posidonia piuttosto che di ulva e alghe rosse a seconda dell’area di indagine. I dati satellitari arrivano da Coperniucs, Theseus, Diva, per citarne alcuni.

In Italia l’avvio del progetto ha portato la Regione Puglia ad approvare, lo scorso settembre 2018, la nascita dell’Osservatorio nazionale sull’erosione costiera nell’ambito del più ampio Piano regionale delle Coste (Prc). L’Osservatorio consente di monitorare la fascia costiera con sistemi gis-sid e permetterà di prevenire i rischi relativi all’erosione.

Perché Triton può definirsi innovativo?

Ha messo al centro della prevenzione e della gestione integrata delle coste la formazione degli addetti ai lavori. Tra maggio e ottobre 2019 sarà realizzato un Dfs-Decision support system che consentirà alla politica di ricevere indicazioni e dati aggiornati da tecnici preparati. La formazione sarà declinata in due momenti: giornate di alta formazione in Puglia, tra giugno e ottobre, rivolte a tecnici comunali, operatori lavorano con sistemi WebGis, ordini professionali (avvocati, ingegneri, architetti). E summer school in Italia e in Grecia, ciascuna della durata di una settimana, rivolta ai pianificatori urbani e incentrata sull’area adriano-ionica.  A fine progetto sarà pubblicato un end book con le esperienze raccolte e sarà inviato un position paper a Commissione europea e Nazioni Unite.

Quali sono i punti dibattuti durante il workshop del 19 marzo “Buone pratiche di ingegneria ambientale per ridurre gli effetti dell’erosione costiera in Grecia e in Italia” svoltosi in Grecia a Messolongi?

È emersa l’importanza dell’attualizzazione degli indicatori di performance per la pianificazione della fascia costiera piuttosto che per la prevenzione del rischio. Ciò riflette un cambio di mentalità. Prima si agiva solo dopo una crisi, oggi ci poniamo altre domande: cosa succede nel breve e medio periodo se applico un sistema di monitoraggio WebGis per la pianificazione della fascia costiera? Quali i riflessi dal punto di vista sociale, economico e ambientale? Quali le ripercussioni nel regime di concessione demaniale degli stabilimenti balneari?

Come potrà stimolare la crescita del turismo sostenibile e dell’economia blu?

Il progetto vuole valorizzare le infrastrutture blue-green che già esistono e indicare ai turisti, in base al rischio calcolato, dove passare o andare a campeggiare. Ad esempio, l’area di Torre Guaceto è destinata a sparire in breve tempo per effetto dell’intensivo fenomeno di erosione. A Torre dell’Orso si è da poco staccato un pezzo di falesia che, oltretutto, impedisce la pianificazione del risanamento. Tolto di mezzo 12 km di costa almeno, di cale con risorse risorgive naturali.

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