Deforestazione zero, il nuovo regolamento UE

L’obiettivo è impedire la circolazione di prodotti associati al degrado forestale nel territorio comunitario.

Deforestazione
Foto di gryffyn m/Unsplash

Che cos’hanno in comune olio di palma, carne bovina, caffè, cacao, soia, legno e gomma? Semplice: il rischio che possano contribuire alla distruzione degli ecosistemi forestali. È per contrastare questo problema che nasce il regolamento europeo n. 2023/1115, relativo “alla messa a disposizione sul mercato dell’Unione e all’esportazione dall’Unione di determinate materie prime e determinati prodotti associati alla deforestazione e al degrado forestale”.

Gli obblighi per gli operatori economici

Il regolamento, pubblicato il 9 giugno sulla Gazzetta ufficiale dell’UE, stabilisce nuovi obblighi di “dovuta diligenza” per gli operatori economici coinvolti nella compravendita dei prodotti sopracitati e dei loro derivati. I commercianti saranno chiamati a garantire la tracciabilità dei singoli beni, assicurando che siano a “deforestazione zero” e “illegalità zero”, tramite una procedura suddivisa in tre fasi: raccolta delle informazioni, misurazione del rischio, mitigazione dello stesso. A spiegarlo sono Christian Di Mauro, partner dello studio legale Hogan Lovells, e Roberto Isibor, associate.

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Le sanzioni previste

In caso di violazione delle norme, “il soggetto interessato potrà essere sottoposto a sanzioni pecuniarie, confisca dei prodotti interessati o dei proventi, esclusione sino a dodici mesi da appalti e finanziamenti pubblici, divieto di commercializzazione delle merci (in caso di violazione grave o recidiva)”, spiegano gli avvocati. E aggiungono: “Il nuovo regolamento (in vigore dal 29 giugno, n.d.r.) rappresenta un importante tassello della lotta dell’Unione europea contro la deforestazione su scala globale, imponendo che i prodotti commerciati e consumati nell’UE, a prescindere dal luogo di produzione, non contribuiscano alla distruzione o al degrado delle foreste a livello mondiale”.

La lotta contro la deforestazione

Secondo le stime della FAO, tra il 1990 e il 2020 sono scomparsi 420 milioni di ettari di foreste, circa il 10 per cento di quelle che restano sul Pianeta. Ciò ha contribuito al riscaldamento globale e alla perdita di biodiversità, due delle maggiori sfide ambientali della nostra epoca. Le foreste offrono sostentamento a circa un terzo della popolazione mondiale e la loro distruzione ha conseguenze drammatiche per i popoli indigeni e le comunità locali che dipendono fortemente dagli ecosistemi forestali.

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Le novità per le aziende

Data l’importanza del tema, le imprese interessate dovranno rivedere in maniera rigorosa la propria organizzazione interna. In particolare, concludono gli avvocati, le aziende dovranno:

  • analizzare se e in che termini le proprie attività rientrino nell’ambito di applicazione del regolamento;
  • strutturare sistemi di due diligence interna, fornendo risorse umane e finanziarie a tal fine, nonché stabilendo protocolli e procedure di controllo;
  • valutare i rischi, giuridici e non, connessi alle proprie catene di approvvigionamento e produzione;
  • confrontarsi con i propri fornitori sull’implementazione del regolamento, valutando preventivamente le soluzioni a eventuali problematiche;
  • rivedere la propria comunicazione aziendale, prestando attenzione al rischio di greenwashing.
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