Il principio “chi inquina paga” non ha ancora trovato concreta attuazione in Italia, nonostante le sollecitazioni provenienti dall’Unione Europea. Responsabili irreperibili ed insolventi, altissimi costi di due diligence ambientale, inattività delle pubbliche amministrazioni mettono a repentaglio la salute collettiva e la tutela dell’ambiente. Il problema in particolare riguarda le contaminazioni storiche, ove è difficile ricostruire la dinamica dell’illecito, vi sono problemi di retroattività delle normative che si sono succedute nel tempo e ove spesso coloro che sono proprietari dell’immobile non sono i responsabili della contaminazione. Recenti sentenze della Corte di Giustizia e dei tribunali amministrativi hanno affrontato i temi della legalità e della funzione della responsabilità civile in campo ambientale, confermando che scopo primario è la prevenzione del danno ambientale e la riparazione in forma specifica, ovverosia, per quanto concerne i terreni contaminati, la bonifica.
Questi i temi discussi in un recente convegno organizzato presso la Statale di Milano “Responsabilità per danno ambientale ed assicurabilità dei costi di bonifica” a cui hanno partecipato in qualità di relatori esponenti del mondo accademico, legale ed assicurativo (Milano, 19 settembre c.m.). La giornata di studi ha mostrato come in realtà la prassi negli ultimi decenni abbia reagito con creatività per far fronte ai rischi ambientali, e questo sia nell’ambito delle operazioni real estate sia nell’ambito delle operazioni societarie. L’assicurazione si conferma essere lo strumento migliore di allocazione di questi rischi, oltre la tradizionale polizza RC generale, la polizza di responsabilità ambientale e i rimedi previsti dal codice civile. Infatti anche i costi di bonifica derivanti da situazioni pregresse possono in certi casi essere oggetto di polizze tailor-made e nelle operazioni di M&A sono già da tempo presenti, soprattutto sulla piazza internazionale, polizze a copertura non solo della cd. compliance ambientale ma anche di altri rischi “ambientali” tradizionalmente esclusi dalle polizze warranty and indemnity.
Testimonia la crescente attenzione verso questi temi anche la risoluzione 7-01191 presentata dall’on. Fregolent: “Interventi in materia fiscale, assicurative e finanziaria sulle tematiche ambientali” del 23 febbraio 2017 la quale impegna il Governo ad assumere iniziative per prevedere l’assicurabilità del rischio ambientale per tutte le attività produttive potenzialmente inquinanti e ad assumere iniziative per stabilire un’aliquota fiscale considerevolmente inferiore a quella attualmente vigente per la copertura assicurativa sulla responsabilità civile in materia ambientale.
In questo modo, potrebbe darsi finalmente attuazione all’art. 14 della direttiva 2004/35/Ce, il quale prevede l’assicurazione e le altre forme di garanzia finanziaria come strumenti principe al fine di permettere ai responsabili di assolvere alle responsabilità ad essi incombenti ai sensi della direttiva nonché di perseguire una compiuta tutela dell’ambiente.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.