Dall’Asia all’Europa, i disastri climatici rappresentano una minaccia concreta

Mentre l’Unicef invita i governi a tutelare i diritti dei bambini nella regione dell’Asia orientale e del Pacifico, in Inghilterra si valutano i rischi legati alle inondazioni.

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Foto di Misbahul Aulia/Unsplash

I bambini che vivono nella regione dell’Asia orientale e del Pacifico affrontano disastri climatici sei volte maggiori rispetto ai loro nonni. Negli ultimi cinquant’anni, la regione ha visto aumentare di undici volte le inondazioni, di quattro volte le tempeste, di oltre due volte la siccità e di cinque volte le frane. L’allarme arriva dall’Unicef che, il 24 maggio, ha pubblicato il report “Oltre il punto di non ritorno”.

Milioni di bambini in Asia affrontano più di uno shock climatico

Nell’area presa in considerazione, oltre 210 milioni di minori sono fortemente esposti ai cicloni, 140 milioni alla scarsità d’acqua, 120 milioni alle inondazioni costiere e 460 milioni all’inquinamento atmosferico. Molti di loro sono esposti a una serie di pericoli diversi:

  • 443 milioni di bambini affrontano tre o più tipi di shock climatici, l’89 per cento rispetto al 73 per cento a livello globale;
  • 325 milioni di bambini affrontano quattro o più tipi di shock climatici, il 65 per cento rispetto al 37 per cento a livello globale;
  • 204 milioni di bambini affrontano cinque o più tipi di shock climatici, il 41 per cento rispetto al 14 per cento a livello globale;
  • 63 milioni di bambini affrontano sei o più shock climatici, il 12 per cento rispetto al 3 per cento a livello globale.

L’appello dell’Unicef

Tutto questo riduce le possibilità dei più piccoli di avere accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e ai servizi idrici e igienici. Molte famiglie, inoltre, sono costrette a lasciare le proprie case. L’Unicef chiede interventi concreti da parte dei governi: “La situazione per i bambini della regione dell’Asia orientale e del Pacifico è allarmante. La crisi climatica sta mettendo a rischio le loro vite, facendo perdere loro l’infanzia e il diritto a crescere”, spiega Debora Comini, direttrice regionale Unicef per l’Asia orientale e il Pacifico.

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“Abbiamo bisogno di azioni urgenti e collettive di governi, aziende e donatori per rispondere ad alcuni dei principali problemi nella gestione del rischio di catastrofi e adottare servizi intelligenti per il clima, così che i bambini possano crescere in sicurezza e in ambienti salubri”, conclude Debora Comini.

Una proprietà su sei a rischio inondazione in Inghilterra

Anche in Europa, comunque, la situazione è allarmante. In Inghilterra, una proprietà su sei è a rischio inondazione entro il 2050, stando al rapporto del dottor Alexandros Skouralis e della dottoressa Nicole Lux della Bayes Business School. Le proprietà più a rischio si trovano nell’Inghilterra orientale, nello Yorkshire e Humber e nel Nord-Ovest. La probabilità di rischio di alluvione è del 9 per cento per le abitazioni bifamiliari e a schiera, mentre scende al 7 per cento per quelle unifamiliari. Si prevede che il rischio complessivo di alluvione aumenterà per il 73 per cento degli immobili interessati entro il 2080.

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Il report, basato sui dati della piattaforma Rightmove e sull’analisi di 4,8 milioni di annunci, dimostra che le proprietà residenziali a rischio di inondazione vengono vendute in media a un prezzo inferiore dell’8,14 per cento rispetto a quelle non colpite, che raggiunge il 32,2 per cento per le case a più alto rischio. “In questo studio empirico abbiamo quantificato l’impatto che il rischio di inondazioni ha sulle valutazioni degli immobili. Con il livello del mare e l’imprevedibilità del clima destinati ad aumentare negli anni a venire, ciò rappresenta una grave minaccia per le proprietà e il mercato immobiliare, in particolare nei quartieri a basso reddito”, avverte la ricercatrice Lux.

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