Anche gli animali votano: l’appello di Save the Dogs in vista delle elezioni europee

Save the Dogs è fra le dodici organizzazioni italiane che hanno elaborato un manifesto di dieci richieste da sottoporre alle forze politiche prima delle votazioni di giugno.

“Anche gli animali votano”. È con questo slogan che dodici organizzazioni italiane sottolineano la necessità di sfruttare le prossime elezioni europee per aumentare la tutela del benessere animale. Fra le associazioni che hanno aderito all’iniziativa, c’è Save the Dogs and other Animals.

Sara Turetta, Save the Dogs and other Animals, elezioni europee
Sara Turetta © Save the Dogs and other Animals

“La fondazione nasce nel 2002 come risposta al massacro di cani randagi intrapreso all’epoca dalle autorità in Romania. Da allora, si è sviluppata estendendo il proprio raggio di azione anche al sud Italia e all’Ucraina, con una priorità: contrastare il sovrappopolamento canino e felino attraverso piani di controllo delle nascite e il potenziamento dell’anagrafe canina, strumenti fondamentali per arginare il randagismo”, racconta la presidente, Sara Turetta.

La lotta contro il randagismo

La lotta contro l’abbandono dei nostri amici a quattro zampe rappresenta uno dei dieci punti che compongono il manifesto programmatico delle dodici organizzazioni, a cui possono aderire sia i partiti sia i singoli candidati. “Per quanto riguarda cani e gatti, chiediamo con forza l’introduzione di regole stringenti per arginare il dramma del traffico di cuccioli e delle ‘puppy mills’ (allevamenti intensivi), ma anche fondi e linee guida sui canili e sulla gestione del randagismo. Finora, infatti, ogni Stato si è dotato di regole valide a livello nazionale, senza un’armonizzazione della legislazione”, prosegue Turetta.

L’abolizione delle gabbie negli allevamenti

I dieci punti non riguardano soltanto gli animali domestici, ma anche quelli selvatici, quelli allevati per la produzione di alimenti o pellicce e quelli impiegati negli esperimenti scientifici. “Per tutte le tipologie di animali chiediamo maggiori tutele e un progresso sensibile nella legislazione che regolamenta l’allevamento, il commercio, il trasporto, l’identificazione. Uno dei punti più importanti riguarda l’iniziativa ‘End the cage age’ (chiudiamo l’era delle gabbie), che ha raccolto enormi consensi in Europa attraverso una petizione dei cittadini, ma a cui non è stato dato seguito dalla Commissione, a causa delle potenti lobby economiche che remano contro il cambiamento”, spiega Turetta.

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Foto di Sam Carter su Unsplash

La riforma della legislazione sul benessere animale

Accanto all’abolizione delle gabbie negli allevamenti, le associazioni chiedono all’Europa di proibire il trasporto degli animali su lunghe distanze per allevamento e macellazione, promuovere l’alimentazione vegetale e l’impiego di metodi alternativi alla sperimentazione animale, vietare la produzione e il commercio di pellicce e la detenzione di specie esotiche. Chiedono, inoltre, una revisione della PAC, una riforma della legislazione comunitaria sul benessere animale e l’attribuzione di una nuova delega alla Tutela degli animali al Commissario alla Salute e Sicurezza alimentare.

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L’approccio One Health

“Dalla composizione del prossimo Parlamento europeo dipenderà il destino di milioni di animali e, di conseguenza, quello dell’ambiente e dei cittadini europei”, continua Sara Turetta. Le organizzazioni che hanno firmato il manifesto si sono infatti impegnate a promuovere l’approccio One Health, basato sull’idea che “solo attraverso una visione olistica sia possibile proteggere la salute della Terra e di tutte le specie viventi. Questa visione è stata fatta propria dalle autorità sanitarie mondiali e prevede un approccio multidisciplinare, con il coinvolgimento di molteplici categorie professionali (medici, veterinari, etologi, biologi, etc.)”.

“Noi però pensiamo che vada sottolineato un collegamento ancora più profondo di quello meramente sanitario: quello di tipo emotivo e psicologico. Che impatto ha sulla mente umana avere davanti agli occhi animali sofferenti o ambienti naturali deturpati dall’inquinamento? E quale, invece, il contatto con animali che trasmettono affetto e vivono con noi una relazione d’amore? La salute è anche quella mentale, non solo quella del corpo”, sottolinea Turetta.

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Gli obiettivi di Save the Dogs

È proprio in quest’ottica che Save the Dogs ha creato, in Romania, il centro “Impronte di gioia” che include un canile, un gattile, una clinica e un santuario per un’ottantina di cavalli e asini. Un luogo dove si curano le ferite del corpo e dell’anima, dove ritrovare la serenità e ricostruire quel legame affettivo che non dovrebbe mai venire a spezzarsi fra l’uomo e le altre specie. Sempre su questa relazione d’amore si basa il progetto “Amici di strada, compagni di vita”, con il quale l’associazione assiste da tre anni gli animali dei senzatetto milanesi.

Il ruolo degli elettori

Se anche noi vogliamo lasciare delle “impronte di gioia” lungo il nostro cammino, possiamo monitorare il sito di Vote for Animals per orientarci fra i vari programmi elettorali. E, soprattutto, possiamo andare a votare nel mese di giugno. “Il rischio che corriamo è di pensare alle autorità europee come a delle entità lontane da noi e dalla nostra vita di tutti i giorni, ma non è così. Moltissime decisioni da cui dipendono la nostra salute, i diritti degli animali e il futuro del Pianeta vengono prese proprio lì, a Bruxelles. Per questo, è fondamentale recarsi a votare e farlo con consapevolezza, sapendo come la pensano i candidati sui temi che ci stanno più a cuore”, conclude Sara Turetta.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.