PFAS, Greenpeace lancia una campagna con l’obiettivo di vietarli a livello nazionale

Cinque nazioni europee propongono di porre fine all’uso e alla produzione delle sostanze perfluoroalchiliche: Greenpeace chiede che l’Italia segua l’esempio.

  • I PFAS sono sostanze chimiche ampiamente diffuse che, se disperse nell’ambiente, faticano a degradarsi e possono mettere a rischio la salute degli organismi viventi, esseri umani compresi.
  • Germania, Svezia, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi hanno presentato una proposta per vietarne la produzione e l’uso a livello europeo.
  • Greenpeace Italia sta cercando di coinvolgere anche il nostro Paese.
inquinamento da PFAS
Greenpeace è impegnata da tempo sul fronte inquinamento da PFAS

Fra le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) troviamo un ampio gruppo di sostanze chimiche di sintesi che vengono impiegate in diversi ambiti: dal rivestimento delle padelle antiaderenti ai cosmetici, dai tessuti ai pesticidi, fino alle applicazioni mediche. “Il problema è che, se disperse nell’ambiente, persistono molto a lungo e sono assai difficilmente degradabili. Sono state rinvenute in aree remote, negli organismi viventi (per esempio nel latte materno delle orse polari), nell’acqua e persino nella pioggia. Per questo, in inglese vengono soprannominate forever chemicals”, ha spiegato Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia, durante la conferenza stampa del 29 marzo.

PFAS
Una panoramica dei PFAS durante la conferenza stampa di Greenpeace

Inquinamento da PFAS, i pericoli per la salute umana

È dal 2016 che l’organizzazione combatte al fianco della popolazione veneta, che vive in una delle aree più contaminate del continente europeo. Un altro picco si registra in Piemonte, specialmente nella provincia di Alessandria, dove si trova uno stabilimento del gruppo Solvay. Comunque, il problema è di portata nazionale. “Per lungo tempo, i PFAS sono stati ritenuti innocui per la salute umana, ma poi si è scoperto che si legano alle proteine. Attraverso il sangue, possono diffondersi in tutto il corpo. Si riscontrano rischi particolari per le donne in gravidanza, e pericoli seri per il sistema endocrino”, ha dichiarato Ungherese.

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La situazione in Europa e in Italia

La Forever Pollution Map, realizzata dal quotidiano francese Le Monde insieme ad altri 17 partner che hanno portato a termine una grande inchiesta giornalistica sul tema, mostra come siano almeno 17mila i siti contaminati da PFAS in Europa. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden-Harris ha intenzione di porre dei limiti alla diffusione di queste sostanze. Qualcosa si sta muovendo anche nel nostro continente: Germania, Svezia, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi hanno presentato una proposta per vietare la produzione e l’uso di tutti i PFAS a livello europeo, lasciando dei tempi di transizione ai vari settori industriali.

Greenpeace appoggia questa proposta e anche altre nazioni l’hanno fatto; l’Italia no. Per questo, l’associazione cercherà di “scalfire il muro politico con inchieste, dati e approfondimenti per arrivare alla messa al bando di queste sostanze in tempi rapidi nel nostro Paese, anche perché esistono delle alternative meno impattanti”, ha concluso Giuseppe Ungherese. L’associazione ha lanciato una campagna dedicata per chiedere una legge apposita: è possibile aderirvi firmando una petizione online.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.