Le città con più aree verdi si difendono meglio dal Covid-19

I risultati dell'analisi svolta tra Italia e Spagna da Società Italiana di Medicina Ambientale in collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Università Complutense di Madrid e l’Università del Sannio

aree verdiLe aree verdi urbane contribuiscono a fermare il Covid-19. È quanto emerge da una ricerca svolta da Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) in collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Università Complutense di Madrid e l’Università del Sannio, pubblicata sulla rivista “Environmental Research”.

“La ricerca, coordinata da Sima, mostra i diversi impatti in termini di infezioni, ricoveri e mortalità che il Covid ha prodotto nei diversi territori a seconda dell’intensità dell’inquinamento atmosferico e dell’estensione delle aree verdi, costituendo un’ulteriore prova che l’ambiente influisce direttamente e in modo rilevante sul nostro stato di salute” – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani.

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Nel complesso è emerso come 1 km2 di aree verdi urbane per 100.000 abitanti corrispondo circa 68 contagi in meno tra la popolazione, 1 ricovero risparmiato e 115 decessi evitati. L’impatto dell’inquinamento atmosferico è stato anche maggiore. Difatti laddove a ogni incremento di 1 microgrammo per metro cubo di PM2.5 per 100.000 abitanti corrispondono 367 contagi in più, 2 ricoveri e addirittura 796 morti evitabili.

dati impatto covid in Italia rispetto aree verdi studio SIma
I Dati impatto Covid-19 in Italia rispetto aree verdi studio Sima

Come si è svolta l’analisi dei contagi in rapporto alle aree verdi su base georeferenziata

La ricerca ha messo in relazione l’incidenza di: ricoveri o decessi per COVID-19 e l’estensione delle aree verdi pubbliche in dieci città italiane e otto province spagnole con più di 500.000 abitanti.

Il risultato della comparazione georeferenziata è che l’impatto del Covid-19 in termini di contagi, ricoveri e decessi è stato inferiore nelle città con una maggiore estensione del verde pubblico e minori concentrazioni medie annue di PM2.5.

Per l’Italia sono state analizzate le città di: Roma, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Torino e Venezia. In Spagna sono state valutate: Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia, Saragozza, Malaga, Las Palmas e Bilbao.

“Sono state applicate due diverse metodologie: un approccio bottom-up è per i dati istituzionali spagnoli relativi a contagi/ricoveri/decessi e all’estensione delle aree verdi pubbliche” spiega il Prof. Andrea Falco, docente di statistica a Madrid e Delegato Sima Spagna. “Per l’Italia è stato invece utilizzato un approccio top-down, partendo dai dati ufficiali di contagi/ricoveri/decessi di ciascuna provincia e collegandoli alle statistiche OCSE sull’estensione del verde pubblico nelle diverse aree. Per le analisi statistiche sono stati utilizzati modelli lineari e generalizzati che includevano anche PM2.5 in un approccio multivariato (con concentrazioni medie annue provenienti dalle stazioni ufficiali di monitoraggio della qualità dell’aria) tenendo conto del diverso numero di abitanti di ciascuna provincia”.

L’accumularsi di evidenze di questo tipo dovrebbe essere tenuta in grande considerazione dai decisori perché prova che aumentare le superfici verdi e ridurre il carico degli inquinanti atmosferici rappresenta una strategia in grado di fare la differenza anche in termini di sanità pubblica nei confronti delle attuali e future minacce alla salute umana e planetaria” conclude il presidente Sima, Alessandro Miani.

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