Lo sciopero per il clima organizzato dagli studenti nel mondo è in corso. Piazze e sale comunali sono mobilitate in tutta Europa. Diverse le iniziative anche in Italia non solo nelle gradi città e soprattutto l’appoggio sul tema del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in più riprese ha commentato l’importanza e l‘urgenza della questione climatica. Il Presidente in occasione del ricordo delle vittime del Vajont a Belluno lo scorso 12 marzo, ha difatti citato il rapporto tra uomini e montagna come centrale nella costruzione di un’intesa con la natura.

Il rapporto con la natura è fatto di rispetto degli equilibri dell’ecosistema, pur se l’umanità ha dimostrato una costante propensione a misurarsi quotidianamente con i limiti conosciuti. La civiltà montana ha saputo confrontarsi con questi limiti e svilupparsi per millenni, in una competizione quotidiana con condizioni di vita non facili, ma ben inserita in questi ambienti, senza stravolgerli. Sono convinto che – ha proseguito Mattarella – ancora una volta, dalle ‘Terre alte’ saprà venire un esempio di grande valore per tutta la nostra comunità nazionale, frutto del patrimonio di civiltà accumulato nei secoli dalle genti di montagna”.

Come nasce lo sciopero

L’iniziativa ha avuto inizio con la quindicenne Greta Thunberg che ad agosto del 2018 ogni venerdì si è presentata per un sit-in di protesta davanti al Parlamento Svedese. La ragazza intendeva così denunciare la scarsa capacità delle istituzioni di agire contro il cambiamento climatico. Dall’8 settembre dello stesso anno la Thunberg ha deciso di continuare lo sciopero finché il governo svedese non avesse accettato di impegnarsi ad abbattere di 2° C le temperature.

Diversi gli appoggi di associazioni, imprese e personaggi pubblici alla iniziativa. In pochi mesi sempre più giovani si sono associati alla iniziativa di Greta con l’ashtag #FridaysForFuture davanti alle sedi istituzionali delle loro città.

Un rischio concreto e scientificamente provato

Quello sul clima è un allarme che sta suonando già da diversi anni. Dal buco dell’ozono (rimarginato) al riscaldamento della Terra. Per quanto ci siano delle cause anche fisiologiche della crosta terrestre è innegabile che che la presenza umana svolga un ruolo importante nel soverchiare questo delicato equilibrio.

“Abbiamo recentemente riscontrato nei dati che gli ultimi 4 anni sono statti i più caldi. Di cui il 2018 detiene il record maggiore” spiega a Canale Energia Freja Vamborg, Senior Scientist, Copernicus Climate Change Service at ECMWFInfatti la temperatura degli scorsi 5 anni è stata 1.1 C° più alta della temperatura dell’epoca pre industriale (come definita dal IPCC). Fatta eccezione per febbraio e Marzo, l’Europa ha visto temperature superiori alla media per tutto l’anno”.

Il servizio Copernicus sui cambiamenti climatici, implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto dell’Unione europea, fornisce dati di qualità relativi agli indicatori climatici come la temperatura superficiale, la copertura di ghiaccio marino e le variabili idrogeologiche come le precipitazioni. Sulla base di questi dati la ricercatrice evidenzia come siano registrati “eventi meteorologici drammatici  regolarmente in molte parti d’Europa. L’aumento delle temperature nelle regioni artiche è una preoccupazione per tutti. Fornendo dati di qualità gratuiti e gratuiti, il nostro obiettivo è aiutare i responsabili politici, le organizzazioni e le imprese a pianificare il futuro a beneficio dei cittadini europei e non solo”. In riferimento alla manifestazione del 15 marzo puntualizza “I giovani sono il futuro e, si spera, che se sono incoraggiati a confrontarsi con questo importante argomento, le generazioni più anziane potrebbero essere ispirate a fare lo stesso”.

Il dopo #FridaysForFuture

Resta da comprendere se e come si riuscirà ad andare oltre la protesta per sensibilizzare la politica verso azioni concrete e soprattutto tempestive che superino i facili supporti pre o post elettorali.
Trarremo i risultati presto, magari anche prima della giornata della Terra il prossimo 22 aprile.

La Terra marcia per la Terra

 

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.