Dalle bioplastiche alle autovetture alle rinnovabili. Così le aziende italiane guardano al cambiamento climatico

Le aziende italiane all'estero ci portano in Canada, Africa (via Qatar), Norvegia e negli Usa

sostenibilità smart city mondo terra aziende iot bioplasticheLe aziende italiane all’estero questa settimana ci portano in Canada, Africa (via Qatar), Norvegia e negli Usa

Prysmian group acquisisce completamente Ehc global

Lo scorso 8 gennaio Prysmian group, multinazionale attiva nel settore dei cavi e sistemi terrestri e sottomarini per la trasmissione e distribuzione di energia, cavi speciali per applicazioni in diversi comparti industriali e cavi di media e bassa tensione nell’ambito delle costruzioni e delle infrastrutture, ha diffuso il comunicato relativo all’acquisizione completa della canadese Ehc global, che produce e fornisce corrimano, rotelle, cinghie piatte, componenti strategici e soluzioni integrate per l’industria della mobilità verticale. Promuove anche una completa gamma di sevizi tecnici e di installazione per scale e tappeti mobili. Questa acquisizione è coerente con la strategia di crescite e di implementazione delle attività ad alto valore aggiunto della multinazionale guidata da Valerio Battista e completa l’offerta dei prodotti Draka elevator. Questo allargamento è finalizzato ad incrementare il portafoglio, includendo una vasta gamma di prodotti e servizi per l’industria delle scale mobili.

Enel in Qatar per sviluppare le rinnovabili nell’Africa subsahariana

Il 7 gennaio scorso Enel green power spa (Egp) ha firmato un accordo con Qatar investment authority (Qia) per finanziare, costruire e gestire progetti per produrre energia da fonte rinnovabile in Africa subsahariana. Nelle sue fasi iniziali l’accordo prevede l’acquisto da parte di Qia del 50% della partecipazione di Egp in quattro progetti in costruzione in Sud Africa e due impianti operativi nello stesso Paese e in Zambia, per una capacità totale pari a circa 800 MW. L’accordo prevede che Egp sia responsabile dello sviluppo di ciascun progetto, mentre la joint venture ha il diritto di investire nei progetti a seguito del completamento con esito favorevole della fase di sviluppo da parte della multinazionale italiana e l’ottenimento di eventuali approvazioni normative richieste. A quel punto, la joint venture si occuperà degli aspetti finanziari e della costruzione dei nuovi progetti per le energie rinnovabili. Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel, spiega gli effetti di questo accordo: “Attraverso questa nuova partnership, uniremo la strategia sostenibile del nostro Gruppo, rafforzata dall’esperienza industriale in Business development, ingegneria e costruzione, nonché Operation & maintenance (O&m) di impianti rinnovabili, con la strategia di investimento a lungo termine di Qia, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione delle due società. Lavoreremo insieme per accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili nell’Africa subsahariana, contribuendo al perseguimento continuo dei suoi ambiziosi obiettivi in questo settore sfruttando l’immenso potenziale rinnovabile della regione e contribuendo a un modello di sviluppo economico più sostenibile in questa parte del mondo”. Anche le parole di Mansoor bin Ebrahim Al-Mahmoud, amministratore delegato di Qia, confermano la transizione verso le rinnovabili sottesa al contratto: “Siamo lieti di collaborare con Enel green power per investire nella generazione di energia pulita nell’Africa subsahariana. Qia si impegna a sostenere la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio e riteniamo che questo investimento possa avere un impatto ambientale e sociale significativo. Condividiamo una visione comune con Enel nel sostenere gli sforzi di decarbonizzazione e riteniamo che questo investimento rappresenti un’ottima opportunità per sviluppare e far crescere una piattaforma leader nel settore delle energie rinnovabili nella regione”. Il proseguimento dell’operazione è legato all’approvazione del cambio di controllo e al benestare delle competenti autorità antitrust da parte delle istituzioni e delle autorità di regolamentazione competenti. Nell’ambito dell’operazione, Egp e Qia daranno vita a una nuova entità legale per gli sviluppi futuri in Africa subsahariana.

Novamont cresce nelle bioplastiche a livello globale tramite l’acquisizione della norvegese Biobag

Novamont, attore con un’impronta globale nella produzione di bioplastiche e nello sviluppo di biochemical e bioprodotti mediante l’integrazione di chimica, ambiente e agricoltura, cresce nel comparto delle confezioni a basso impatto ambientale e nella raccolta separata della porzione umida dei rifiuti con l’acquisto del gruppo Biobag situato ad Askim nella contea norvegese di Viken. L’accordo rappresenta un altro passo avanti di una collaborazione iniziata venticinque anni fa e servirà a integrare la rete distributiva indipendente altamente specializzata di Biobag nelle aree geografiche in cui Novamont è meno presente. Le due società integrate saranno in grado di offrire al mercato uno spettro più completo di soluzioni e di creare alleanze ancor più solide con i principali operatori, dalla grande distribuzione alle comunità locali. La loro esperienza congiunta sarà funzionale a incrementarne la presenza nella raccolta differenziata dei rifiuti organici e nel compostaggio in Nord America, nei paesi scandinavi, in Europa orientale e in Australia, territori dove Novamont ha una presenza meno diffusa. L’integrazione è foriera di vantaggi reciproci soprattutto per tre ragioni: a) profonda condivisione culturale cresciuta in due decenni di collaborazione, che ha portato a una visione armonica e valori reciproci, nonché all’integrazione di squadra attorno a progetti comuni volti a creare un modello di bioeconomia circolare incentrato sulla salute del suolo e la rigenerazione del territorio; b) una filiera di valore profondamente connessa: Novamont è strutturata a monte e ha sviluppato la filiera del Mater-Bi che spazia dalle materie prime agricole ai biomonomeri e dalle bioplastiche alle formulazioni a basso impatto. L’azienda ha offerto i suoi prodotti sul mercato attraverso applicazioni che richiedono biodegradabilità negli impianti di compostaggio o direttamente in suolo. La stretta collaborazione con la grande distribuzione e le realtà locali interessate a soluzioni innovative a basso impatto ha consentito di ridurre l’uso della plastica tradizionale e la dispersione di microplastiche nell’ambiente. Biobag, invece, è focalizzata su prodotti a valle nello sviluppo e nella distribuzione, focalizzati nei paesi scandinavi, di un’ampia gamma di applicazioni compostabili ed è specializzato in una serie di servizi di supporto per queste applicazioni mediante l’implementazione di una piattaforma per il commercio elettronico che può rappresentare un canale importante anche per le attività di Novamont; c) infine Biobag è una società di marketing e distribuzione per applicazioni a basso impatto, che è e sempre più sarà funzionale ai partner Novamont nella catena del valore, contribuendo a massimizzarne le opportunità di sviluppo dei prodotti e l’espansione geografica sfruttando applicazioni diverse e complementari al Mater-Bi per fornire la migliore assistenza nella vendita e negli altri settori. L’ad di Novamont Catia Bastioli, spiega gli obiettivi dell’acquisizione: “L’acquisizione di Biobag consente a Novamont di espandere il proprio modello di bioeconomia circolare. Grazie all’unione delle nostre migliori competenze ed energie e alla completa integrazione delle nostre filiere di fornitura, possiamo servire meglio i nostri partner sia a monte che a valle della catena del valore. L’accordo permette inoltre di sviluppare ulteriormente le soluzioni circolari per i diversi settori del mercato nonché per le comunità che perseguono il nostro obiettivo di produrre di più con meno”. Kjell Ivar Bache, ad di Biobag, sottolinea la soddisfazione per l’operazione: “Siamo partner di Novamont di lunghissima data e per BioBag è come tornare a casa. Con questa operazione, Biobag diventa parte di un’azienda leader mondiale nel settore delle bioplastiche e dei biochemical e ciò consentirà un’ulteriore crescita a livello internazionale”.

Fiamm energy technology fornirà a Ford le batterie Start & stop

Fiamm energy technology, storica azienda italiana attiva nella produzione di accumulatori per l’avviamento dei veicoli a motore, si occuperà della fornitura delle sue batterie per alimentare i veicoli dotati di tecnologia start e stop prodotti dalla Ford. Le batterie saranno quelle di tipo Afb (Advanced flooded battery), soluzione specifica per veicoli dotati di start e stop, sperimentata da Fiamm dal 2013 grazie alla produzione di oltre 5 milioni di pezzi. Lo start e stop in un motore a combustione, dopo l’arresto del mezzo, riavvia il motore quando il piede del conducente rilascia il pedale del freno, innesta la frizione o preme il pedale dell’acceleratore. In questo modo si riducono consumo di carburante e inquinamento. Paolo Perazzi, responsabile business mobility in Fiamm energy technology, spiega i vantaggi della tecnologia Afb: “La tecnologia Afb è ideale per le applicazioni start-stop perché è meglio dotata rispetto alle batterie tradizionali per supportare carichi elettrici a motore spento e per alimentare cicli importanti associati a frequenti avviamenti e arresti. Le batterie Afb supportano i nostri partner nel migliorare l’efficienza dei consumi e le prestazioni ambientali, mentre i clienti vedono vantaggi economici immediati”.

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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.