Emissioni auto ed efficienza edifici, le ragioni del no italiano

La premier Meloni in Parlamento sul Consiglio europeo di questa settimana

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Foto di Jeyaratnam Caniceus da Pixabay

Ci opponiamo a proposte come il regolamento sulle emissioni di anidride carbonica delle auto o la revisione della direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici perché, così come concepite, si traducono in una penalizzazione dei nostri cittadini e delle nostre imprese, rischiando di esporci a nuove dipendenze strategiche, proprio quando stanno andando in porto gli sforzi per liberarci dalla dipendenza dal gas russo”.

È quanto spiegato in Parlamento questa settimana dalla premier Giorgia Meloni, relazionando sul Consiglio europeo previsto per il 23 e il 24 marzo (l’intervento completo).

Il Consiglio europeo affronterà nuovamente anche il tema della sicurezza energetica, con l’obiettivo principale di valutare l’efficacia delle azioni intraprese finora e di verificare lo stato di preparazione in vista del prossimo inverno”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.

L’Italia, fin dal principio, ha sostenuto l’importanza di una risposta a ventisette, con strumenti e obiettivi comuni tesi a rafforzare: il sistema energetico nel suo complesso; la diversificazione delle fonti, in particolare del gas naturale; la lotta contro la speculazione e le disfunzioni del mercato del gas, volta a ripristinare un livello di prezzi ragionevoli per famiglia e aziende europee; la riduzione della domanda energetica; l’accelerazione dello sviluppo e della diffusione delle rinnovabili; il rapido riempimento degli impianti di stoccaggio”.

Camera dei deputati si è interrogata su incentivi fiscali in materia edilizia ed emissioni auto

Ieri la commissione Bilancio ha svolto l’audizione del presidente del Cnel, Tiziano Treu, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia.

Nel riconoscere la valenza positiva dell’effetto-shock creato in un contesto economico duramente provato dalle conseguenze dei provvedimenti anti-Covid – si legge in un comunicato relativo all’audizione – il Cnel ritiene che il principale fattore di criticità su cui dovrebbe concentrarsi l’attenzione del legislatore sia oggi rappresentato dalla eccessiva ampiezza del ventaglio di destinatari delle agevolazioni finanziate con risorse della collettività attraverso lo strumento del credito fiscale. Il superbonus, anche solo per le difficoltà burocratiche connesse alla sua gestione, ha finito per favorire gli interventi sulle abitazioni dei ceti sociali più elevati”. Dunque, “serve una riflessione sull’opportunità di prevedere, in futuro, percentuali differenziate di detraibilità a favore degli immobili di classe energetica bassa per promuovere l’efficientamento; in secondo luogo considerando la situazione patrimoniale del fruitore, in modo da favorire gli immobili più popolari e i redditi più bassi”.

La Trasporti, invece, ha deliberato mercoledì l’avvio di un’indagine conoscitiva sulle “prospettive della mobilità verso il 2030: dalla continuità territoriale all’effettività del diritto alla mobilità extraurbana”.

La Commissione Finanza della Camera ha approvato alcuni emendamenti sul Superbonus al DL 11/2023 in conversione entro il prossimo 17 aprile. Tra i temi la  deroghe con aliquota piena sul termine per la rendicontazione dei lavori effettuati sulle unità immobiliari delle persone fisiche dal 31 marzo al 30 giugno 2023 conservando. Interesserebbe i lavori effettuati da persone fisiche su edifici unifamiliari che alla data del 30 settembre 2022 abbiano effettuati almeno il 30% dell’intervento complessivo. Previste deroghe anche per gli sconti in fattura.

Senato della Repubblica

Ieri in aula di Palazzo Madama il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha risposto all’interrogazione n. 3-00313 sui sostegni a famiglie e imprese a fronte dell’aumento dei costi energetici. Il Governo, in particolare, “ha allo studio un provvedimento d’urgenza che tenga conto del quadro macroeconomico e dei negoziati con la Commissione europea. L’obiettivo è confermare il bonus sociale per 4 milioni e mezzo di famiglie, il contributo a compensazione sulle bollette, la riduzione al 5 per cento dell’aliquota sul gas; il Governo intende inoltre adottare misure strutturali per le imprese e rimodulare gli interventi varati per il primo trimestre del 2023”.

La commissione Finanze, invece, martedì ha ascolto Confindustria, Confapi, Casartigiani e Confagricoltura, ieri Cna, Confartigianato e Federpesca, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti di imposta.

Sempre alla Finanze, inoltre, è stato assegnato il Ddl n. 146 M5S recante “Misure fiscali a favore della decarbonizzazione e di sostegno alle energie rinnovabili”.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.