Quali tecnologie per la decarbonizzazione delle abitazioni?

L’approfondimento in un convegno a Roma delle associazioni del settore

decarbonizzazione delle abitazioni
Foto dell’evento realizzata da Antonio Jr Ruggiero

La decarbonizzazione delle abitazioni è un target importante per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che l’UE si è posta. I tavoli di discussione sono diversi, non ultimo quanto previsto il prossimo Lunedì 12 giugno. A  Bruxelles si incontrerà un tavolo tecnico per discutere della revisione in atto per il regolamento Ue 813/2013 “Ecodesign”.

Si tratta di un percorso che ha fatto molto discutere perché, tra le varie misure ipotizzate, c’è anche la possibilità di vietare l’installazione di caldaie a gas nelle case a partire dal 2029, attraverso la determinazione di un vincolo di efficienza che dovranno raggiungere le tecnologie sul mercato.

Questa prospettiva ha ovviamente scatenato ampi dibattiti, non tanto sulla necessità di invertire la rotta della decarbonizzazione degli edifici residenziali ma sulle difficoltà implicite che si determinerebbero in capo ai consumatori, chiamati a portare a fine vita e anche oltre il proprio sistema di riscaldamento o a optare per nuovi investimenti.

A interrogarsi sulla questione sono state le associazioni Proxigas, Assogasliquidi-Federchimica, Ance, Angaisa, Applia Italia, Assotermica e Federcostruzioni nel corso dell’evento “La decarbonizzazione dei consumi domestici: tecnologie multienergy per un futuro sostenibile” che si è tenuto ieri a Roma.

La posizione delle associazioni

La decarbonizzazione del settore residenziale è un percorso complesso che richiede un importante coinvolgimento del consumatore finale e deve tenere conto dei diversi contesti abitativi e mix energetici presenti in ciascuno Stato membro”, secondo la posizione congiunta delle associazioni.

“Per questo motivo occorre costruire un percorso di transizione energetica realmente attuabile in un’ottica di neutralità tecnologica, ovvero facendo leva sulle soluzioni già a disposizione e contemporaneamente sostenendo l’innovazione e lo sviluppo industriale. Occorre infatti considerare che il vettore elettrico non potrà da solo soddisfare tutti i fabbisogni residenziali. Le criticità presenti sono tanto tecniche quanto economiche e sociali”.

Dunque, proseguono le associazioni, “in molti contesti l’elettrificazione è percorribile solo se accompagnata da interventi di radicale ristrutturazione dell’immobile. Al consumatore viene richiesto un investimento iniziale rilevante che rischia di escludere tanti clienti finali. L’elettrificazione è una soluzione a zero emissioni a patto che la produzione di energia elettrica avvenga con fonti rinnovabili. Serve quindi una pluralità di soluzioni che siano in grado di adattarsi alle diverse realtà abitative e alla capacità di spesa di ciascuna famiglia”.

In questo contesto “i gas rinnovabili, utilizzando l’infrastruttura gas esistente e integrandosi negli attuali sistemi domestici, potranno contribuire alla riduzione delle emissioni garantendo la sostenibilità economica del percorso di transizione energetica e la possibilità per tutti i cittadini di partecipare alla transizione ecologica modificando i propri modelli di consumo energetico”.

Decarbonizzazione delle abitazioni le classi energetiche italiane del comparto ad oggi

Il consumo energetico degli edifici in Italia è per il 50% coperto dal gas naturale e le statistiche degli attestati di prestazione energetica ci dicono che il 37% delle abitazioni residenziali appartiene alle classi più basse.

Questo lo scenario descritto ieri da Carlo Bardini, funzionario presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Da questi dati si evince “che il potenziale di riduzione dei consumi è importante e l’efficienza energetica può essere un fattore di decarbonizzazione”.

In quest’ottica anche l’esperienza del superbonus 110% ha dato un suo contributo, come ricordato da Ilaria Bertini dell’Enea: “Lo strumento ha generato riqualificazioni per 111 milioni di metri quadri e tra gli interventi maggiormente eseguiti ci sono la sostituzione di infissi e climatizzatori, oltre all’installazione di colonnine di ricarica per le vetture elettriche”.

Alla luce del quadro normativo europeo che si sta evolvendo, infine, “l’attestato di prestazione energetica diventerà sempre più fondamentale ma bisogna spiegare ai cittadini che realizzarlo è un procedimento complesso che non può costare 30 euro. Occorre spingere su informazione e formazione a tutti i livelli”.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.