Pubblico e privato a confronto: parla l’energy manager

Cutini

Ingegnere Ambiente e Territorio, Esperto in Gestione Energia certificato UNI CEI 11339, Mauro Cutini lavora come Energy Manager dal 2012, attualmente presso l’ASET S.p.A. di Fano (PU) (Servizio idrico integrato, Ciclo Rifiuti e Illuminazione Pubblica) e il Comune di Gradara (PU). Nel settore dell’energia dal 2008 (Impianti di produzione da Fonti Rinnovabili – Veronagest S.p.A.) è anche consulente per Studi di fattibilità impianti FER, Diagnosi Energetiche e pratiche Certificati Bianchi.

Nella sua esperienza di consulente esterno quali sono i vantaggi derivanti dall’attuazione di interventi di efficientamento?

I vantaggi sono di tre tipi: conoscenza dei dati, razionalizzazione della gestione e risparmio economico. La consapevolezza del consumo dei diversi vettori energetici per i molteplici usi fornisce un validissimo strumento decisionale di cui il management può e dovrebbe tenere conto nelle sue decisioni strategiche aziendali. Gestire in modo razionale ciò che prima era fatto in modo approssimativo o addirittura lasciato a se stesso è un secondo vantaggio rilevante. Infine, gli interventi di efficientamento permettono la riduzione dei consumi e il conseguente risparmio in bolletta: il risultato economico è sicuramente il vantaggio principale e maggiormente tangibile, ma si può ottenere solo compiendo tutto il percorso, dalla conoscenza dei dati alla realizzazione di interventi.

Con quali fondi sono stati realizzati questi progetti?

Parte della mia consulenza consiste anche nel sondare nuovi canali di finanziamento, soprattutto per gli Enti Locali. In collaborazione con le ESCo abbiamo valutato il FTT o individuato bandi e incentivi proposti da Amministrazioni Centrali. Nel caso di S.p.A. è più facile che intervengano con mezzi propri o con linee di finanziamento già attive.

Quale impatto registrano questi interventi sul bilancio aziendale?

Ogni attività impatta in modo differente, ma nel medio-lungo periodo il beneficio è certamente significativo rispetto alla spesa energetica pre-intervento. In alcuni casi il rientro dell’investimento avviene anche in pochi mesi o un anno, in genere cerco di suggerire soluzioni con tempi di rientro massimi dai 3 ai 5 anni. Molto dipende anche dalla situazione di partenza e dalla possibilità di sfruttare incentivi come i Certificati Bianchi.

Crede che le aziende con le quali ha collaborato svilupperanno nuove opportunità di investimento in termini di efficienza?

Chi nomina l’Energy Manager si aspetta risultati concreti e, una volta ottenuti, comprende l’efficacia della consulenza e prosegue il cammino iniziato, salvo il caso che i fondi siano interamente impegnati in altri obiettivi strategici ritenuti prioritari dall’azienda. Al momento sono consulente di una PA e di una S.p.A. ed entrambe hanno dato riscontro positivo, anche se gli Enti Locali possono avere maggiori difficoltà perché non hanno piena autonomia decisionale a causa dei vincoli di finanza pubblica.

Come può un EGE consulente esterno inserirsi nella pianificazione di queste misure?

Molto dipende dai contatti iniziali e dalla capacità di saper illustrare i vantaggi delle misure suggerite. Se l’EGE gode della fiducia del decisore aziendale può essere un valido supporto al project manager che coordina la realizzazione degli interventi o al RUP nel caso di PA. Nella mia esperienza ho notato che un valido strumento di sensibilizzazione è sicuramente l’Analisi Costi-Benefici dei vari interventi. L’EGE esamina i dati in termini di kWh, Watt, mc e litri, ma chi decide in azienda ragiona prevalentemente in termini di €: l’ACB rende le diverse unità di misura tra loro compatibili.

Il quadro normativo in tema di efficienza energetica risulta chiaro e completo?

Anche nel settore dell’energia in generale l’attività normativa del nostro Paese è quantomeno prolifica, a mio avviso. L’EGE deve cercare di essere sempre aggiornato nei suoi settori di lavoro, ma può risultare davvero difficile farlo con tempestività. Testi unici settoriali (uno per le FER, uno per i vari tipi di Impianti etc.) e/o banche dati riconosciute e gestite da Enti istituzionali e quindi attendibili, agevolerebbe parecchio il lavoro.

Studiare da EGE: quanto conta la formazione?

Indubbiamente la formazione, come in altri settori tecnico-ingegneristici, è indispensabile ed è bene che sia di qualità, cioè tramite enti di formazione autorevoli e riconosciuti. Come EGE certificato UNI CEI 11339, tuttavia, posso dire che non è sufficiente in quanto l’organismo di certificazione valuta anche l’esperienza lavorativa documentata e le prove di valutazione insistono anche sulle esperienze di lavoro vissute.

Grafcutini

Analisi costi-benefici riguardante l’efficientamento dell’Illuminazione pubblica di un quartiere mediante sostituzione di lampade a vapori di mercurio con quelle a vapori di sodio ad alta pressione e riduttori di flusso.

 

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