L’Italia sceglie l’efficienza ma serve guardare di più al digitale

I dati dell’Efficiency Energy Report 2023 realizzato dall'Energy&Strategy School of Management Politecnico di Milano

Efficienza energetica ENEA Enzeb cresce l'indice ESG
Foto Ingimage

L’aumento dei costi energetici non è stato solo un danno difatti secondo l’Efficiency Energy Report 2023 realizzato dall’Energy&Strategy School of Management Politecnico di Milano e pubblicato oggi, sono aumentate le soluzioni di efficientamento dei consumi.

Nel complesso sono state fatte scelte che riducono il costo energetico più che l’efficienza complessiva questo per la scarsa capacità di spesa.

In questo contesto la riduzione degli incentivi e spesso il conflitto tra gli stessi non supporta le scelte di investimento. Senza contare il forte impatto sul venire meno del credito di imposta.  “La decarbonizzazione dell’edilizia – spiega Federico Frattini, vicedirettore dell’Energy&Strategydeve passare attraverso un approccio multi-tecnologico fatto di elettrificazione, efficienza, fonti energetiche green e gestione intelligente dell’energia“.

Quindi secondo l’indagine via libera a soluzioni digitali e smart ma anche a pompe di calore e sistemi di Building Energy Management System. Nelle Pmi si dovrà andare verso un’offerta commerciale che integri tecnologie rinnovabili e di efficienza guardando a una sostenibilità integrale.

Energy Intensity Index, l’Italia aiutata dal clima

Nel complesso il nostro Paese viene anche supportato dal clima mite che ne agevola l’attuale successo del suo stato di efficientamento energetico, nonostante il quadro normativo poco efficace.

Secondo i dati del progetto Odysee Mure risulta al 14° posto tra i 27 Paesi UE. Il valore medio in termini di Energy Intensity Index (rapporto consumi/PIL) è inferiore di circa l’11% a quello europeo nel 2021. Ma nella valutazione sul periodo 2013-2021, il miglioramento è tre volte più lento,” tanto da “farci raggiungere” da Germania, Spagna e Francia” sottolineano gli esperti. Un contesto in cui pesa anche la caratteristica poco efficiente del patrimonio edilizio. Il 65% dei consumi da immobili in Italia riguarda gli edifici a uso abitativo o per uffici, in media piuttosto vecchi e privi di adeguate infrastrutture digitali.

Quali sono gli investimenti in efficienza che hanno caratterizzato pubblico e privato

I costi energetici sono lievitati fino a 10 volte rispetto al periodo pre-Covid e con loro sono saliti di un +19% di investimenti in ambito civile sull’efficientamento energetico.

  • Tra le spese maggiori caldaie a condensazione e impianti di fotovoltaico.

Anche il comparto industriale segna un aumento si tratta di quasi il 14% equivalenti a 2,2 miliardi di euro investiti in totale. Secondo il report si tratta di un trend in linea con il triennio 2016-2019.

  • Gli investimenti hanno riguardato più impianti di cogenerazione e in minore parte il fotovoltaico.
  • Interesse anche sulla sensoristica e piattaforme di gestione dei dati per il monitoraggio dei consumi.

Fattore abilitante la formazione

Un successo secondo gli studiosi dell’Energy strategy group che individuano anche nella formazione un elemento abilitante. Questo perché nel complesso viene registrata una scarsa competenza interna sia nella scelta di soluzioni sia nell’individuazione dei vantaggi. Tema che tocca soprattutto le Pmi.

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