Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia: ridurre consumi ed emissioni, tutelando immobili e inquilini

In vista del voto del 9 febbraio, l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo ha organizzato un dibattito sulla direttiva UE sull’efficienza energetica delle case.

  • Tutti gli edifici europei dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033.
  • Lo prevede la bozza di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia che sarà esaminata dalla Commissione Energia del Parlamento europeo il 9 febbraio.
  • Di questo si è discusso il 7 febbraio, nel corso di un evento organizzato dall’Ufficio in Italia del Parlamento europeo.
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L’evento organizzato dall’Ufficio in Italia del Parlamento europeo.

Nell’Unione europea, gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero entro il 2030; quelli esistenti entro il 2050, con step intermedi per gli immobili residenziali: raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033. È quanto prevede la bozza di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia che sarà all’esame della Commissione Energia del Parlamento europeo il 9 febbraio 2023. Gli eurodeputati avrebbero dovuto esprimersi il 24 gennaio 2023, ma la data è slittata per consentire l’esame di oltre 1.500 emendamenti. Il testo sul tavolo è scaturito dall’accordo di massima raggiunto nell’ottobre 2022 dal Consiglio europeo sulla base della prima versione della direttiva, presentata dalla Commissione UE a dicembre 2021. In vista del voto del 9 febbraio, l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo ha organizzato un dibattito che si è svolto il 7 febbraio a Roma.

L’unicità del patrimonio immobiliare italiano

“Gli edifici sono responsabili del 40 per cento dell’energia consumata nell’Unione e del 36 per cento delle emissioni”, ha spiegato Piero Benassi, ambasciatore e rappresentante permanente presso l’UE. “Con la nuova direttiva, ogni Stato membro dovrà dotarsi di un Piano di ristrutturazione degli immobili. A mio avviso, ci saranno grandi opportunità per il settore edilizio e quello delle tecnologie verdi, ma è importante prevedere fondi europei che possano sostenere gli investimenti e meccanismi di flessibilità legati ai prezzi delle materie prime, alla fattibilità degli interventi e alla disponibilità di manodopera”.

Oltre a questi tre fattori, sono emerse altre criticità, a partire dalle caratteristiche uniche del patrimonio immobiliare italiano: come ha evidenziato Raffele Fitto, Ministro per Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e PNNR, in Italia c’è un elevato numero di case di proprietà, in quanto la casa è ancora considerata un bene primario. Inoltre, va tenuto in considerazione il grande valore architettonico, storico e culturale di determinati immobili.

A tal proposito, Ciarán Cuffe, relatore per il Parlamento europeo, Verdi/ALE, ha sottolineato che la direttiva prevede specifiche deroghe per gli edifici storici. Ha specificato, inoltre, che nessuno sarà costretto a lasciare o vendere la casa se non verrà ristrutturata in tempo. A suo avviso, gli interventi di ristrutturazione consentiranno di ridurre i consumi di energia e i relativi costi, contribuendo così a ridurre il numero di persone che si trovano in condizioni di povertà energetica.

Il commento del Ministro Pichetto Fratin

Anche il Ministro italiano dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha assicurato che la direttiva sarà adattata al contesto italiano, diverso da quello del resto d’Europa, tutelando il valore degli immobili e impedendo che i privati debbano farsi carico di costi insostenibili. D’altro canto, ha ribadito il Ministro in un videomessaggio, “dobbiamo raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e il fatto che le nuove costruzioni debbano già essere pensate in ottica di efficienza energetica è un importante stimolo per il settore. Bisogna sfruttare la spinta verso l’innovazione tecnologica e produttiva che viene dalla sfida ambientale e climatica”.

A proposito di tutela del patrimonio immobiliare, è arrivato un chiarimento da parte di Ignazio Corrao, membro della Commissione Itre – Verdi/ALE. Il quale ha specificato che non si prevede un crollo del valore degli immobili, bensì un aumento. Al quale si accompagneranno anche una crescita del PIL e una riduzione del 44 per cento dei consumi di gas a livello comunitario. Ha inoltre ribadito che la direttiva non prevede un sistema sanzionatorio.

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Il dibattito sulle tempistiche

Nonostante questo, Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha ribadito l’importanza di negoziare in Europa obiettivi realistici e modalità di attuazione. Punto sul quale ha concordato Isabella Tovaglieri, relatrice ombra, ID/Lega: “È giusto che le deroghe previste siano poche, ma bisognerebbe lavorare su tempistiche più plausibili”.

Per avere un’idea dei tempi necessari a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa, Gilberto Dialuce, presidente dell’ENEA, ha messo in luce alcuni dati Istat. In Italia, ci sono 31 milioni di unità abitative. Quelle realmente occupate sono poco più di 24 milioni, ancor meno quelle oggetto della direttiva. Nel database ENEA, che non include alcune regioni, sono raccolti 4,5 milioni di attestati di prestazione energetica. Sulla base di questo campione, gli edifici di classe inferiore a D rappresentano circa il 74 per cento del totale. Le unità ristrutturabili ammontano a circa 270-90mila l’anno.

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Una questione di tutela della salute, oltre che dell’ambiente

Beatrice Covassi, membro della Commissione Itre – S&D/PD, ha però sottolineato come il Parlamento non possa partire già al ribasso. “Ambiente ed energia sono temi importanti. Non possiamo abbassare la guardia, mentre dobbiamo mantenere alta l’ambizione. Certo, vanno tenute in conto le specificità italiane e le preoccupazioni espresse dai cittadini e da varie categorie. Punterei sull’istituzione di un fondo ad hoc, di nuovi strumenti finanziari da istituire a livello europeo per facilitare gli adeguamenti. Allo stesso tempo, bisogna lavorare sul potenziamento delle skills e sulla fornitura di assistenza adeguata al cittadino e alle PMI”.

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Beatrice Covassi.

Anche Nicola Procaccini, membro Commissione Envi – ECR/FdI, ha concordato sull’importanza di “promuovere, incentivare, sostenere” gli interventi necessari. Perché solo in questo modo potremo continuare ad essere leader nel percorso di transizione ecologica, “nella circular economy e nelle rinnovabili”, secondo Massimiliano Salini, membro della Commissione Tran – PPE/FI. E ricordiamoci che limitare i consumi energetici e le conseguenti emissioni non è positivo soltanto per l’ambiente, ma anche per la nostra salute, dato che può portare a un miglioramento della qualità dell’aria in molte città italiane. Questa la conclusione di Tiziana Beghin, membro della Commissione Inta – NI/M5S.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.