Efficienza e risparmio contro la povertà energetica: il report FEANTSA

Il parco immobiliare dell’UE sarà ristrutturato per essere più efficiente dal punto di vista energetico. L’auspicio di FEANTSA è che tutti ne traggano beneficio.

  • Tre quarti degli edifici europei non consumano energia in modo efficiente.
  • Per questo, la Commissione ha varato una strategia per migliorarne le performance.
  • La Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con i senzatetto sottolinea come un intervento simile possa ridurre la povertà energetica, a patto che le misure siano pensate appositamente per le fasce più vulnerabili della popolazione.
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Foto Pixabay

In Europa, gli edifici sono responsabili del 40 per cento dei consumi energetici e del 36 per cento delle emissioni di CO2. Stando alle stime dell’Unione europea, tre quarti del suo patrimonio abitativo è inefficiente dal punto di vista energetico. Nonostante questo, soltanto una percentuale di immobili compresa fra lo 0,4 e l’1,2 per cento viene ristrutturata ogni anno. È quanto emerge dal rapporto pubblicato a dicembre da FEANTSA, la Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con i senzatetto, l’unica ONG in Europa a focalizzarsi esclusivamente su questo dramma.

Il report, intitolato “How to avoid a renoviction wave”, evidenzia come la ristrutturazione degli edifici sia fondamentale per raggiungere gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni, ridimensionare la domanda di energia e rendere il continente più resiliente di fronte ai cambiamenti climatici, combattendo al tempo stesso il fenomeno della povertà energetica. Come ha purtroppo messo in luce la guerra in Ucraina, immobili più efficienti e ridotti consumi energetici sono dei mezzi per limitare la dipendenza dalla Russia – e soprattutto dai combustibili fossili – e proteggere i cittadini, specialmente quelli più vulnerabili, dagli effetti dell’instabilità geopolitica ed economica.

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La strategia dell’UE per migliorare le performance energetiche degli edifici pubblici

“Le nostre ricerche hanno l’obiettivo di capire come rendere inclusiva la transizione ecologica, e fornire informazioni utili ai decisori politici. L’inflazione e l’aumento dei prezzi delle case rischiano di lasciare qualcuno indietro, e parallelamente bisogna lottare contro la crisi climatica”, ha dichiarato Ruth Owen, vicedirettrice di FEANTSA.

Nell’ottobre del 2020, la Commissione europea ha presentato la sua strategia per la Renovation Wave, cioè per il rinnovo del suo parco immobiliare, con tre priorità: aumentare l’efficienza dei fabbricati meno performanti; migliorare le condizioni degli edifici pubblici e rafforzare l’infrastruttura sociale; decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e di raffreddamento. Almeno 34 milioni di europei non sono in grado di riscaldare adeguatamente le loro case, con le scarse performance energetiche delle abitazioni che si aggiungono agli elevati costi dell’energia. Secondo gli esperti di FEANTSA, però, nella strategia dell’UE, che pure cita ospedali e scuole, manca un riferimento esplicito a strutture come i centri di accoglienza per i migranti o gli sfollati.

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I benefici delle misure di efficientamento energetico

“Ci sono varie cause dietro il fenomeno della povertà energetica. Molte politiche di ristrutturazione degli edifici ed efficientamento energetico escludono le fasce più vulnerabili e rischiano di portare alla gentrificazione. Tuttavia, è possibile conciliare gli obiettivi sociali con quelli ambientali”, ha spiegato la ricercatrice Marine Cornelis. Difatti, ridurre la domanda di energia e l’impatto ambientale del settore ha diverse ricadute positive a livello sociale: migliorando la qualità di vita delle persone, diminuiscono anche i rischi per la loro salute e, di conseguenza, i costi sanitari a carico delle singole nazioni.

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Ci sono benefici non solo per gli inquilini degli appartamenti, ma anche per gli affittuari: bollette ridotte accrescono la disponibilità economica degli abitanti che, di conseguenza, sono meno propensi a pagare l’affitto in ritardo. Case più efficienti sono anche più accoglienti e capaci di attrarre un numero maggiore di possibili acquirenti. Nel caso delle strutture pubbliche, tutta la comunità trae beneficio dagli interventi di miglioramento e si crea una maggiore fiducia nelle istituzioni, con conseguenze positive anche per l’economia.

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Servono misure più specifiche, insieme a sussidi mirati

“Gli obiettivi della revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia sono nobili, ma il suo impatto sociale non è chiaro”, ha quindi aggiunto Hanna Szemző, del Metropolitan Research Institute di Budapest. “Serve una visione integrate da parte degli Stati membri”, ha concordato Elena Donnari della Commissione europea. “La pandemia e la crisi energetica ci hanno insegnato molte cose, ma una transizione ecologica inclusiva era già da tempo una priorità. La revisione dei Recovery Plans è un’opportunità che non dobbiamo sprecare”.

Emergono due messaggi importanti: servono policy di carattere locale, come del resto era stato ribadito dal Comitato europeo delle Regioni alla Cop 27 in Egitto, ma è parallelamente importante che queste politiche siano mirate, con interventi rivolti nello specifico alle fase più vulnerabili della popolazione. Basti pensare al caso del Superbonus 110% in Italia: Legambiente ha dimostrato che il provvedimento esclude la gran parte delle abitazioni delle regioni meridionali e non prevede uno specifico accesso al credito agevolato, il che limita fortemente la possibilità per le famiglie di beneficiarne direttamente.

Unione Europea efficienza energetica
Elena Donnari della Commissione europea

Un percorso che vale la pena di essere seguito

La sfida che ci attende non è semplice: entro il 2050 dovranno essere ristrutturati fino a 220 milioni di edifici nell’UE, il che significa che sono necessari da 150 a 275 miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno. La notizia positiva è che alcuni di questi investimenti si ripagano rapidamente: l’Unione potrebbe risparmiare 50 miliardi di euro in costi energetici se riuscisse a raggiungere i suoi obiettivi di efficienza energetica, per non parlare dell’impatto sul contenimento dell’inflazione.

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Come vincere questa sfida? Secondo FEANTSA, bastano poche, semplici regole: dare priorità alla ristrutturazione completa delle case meno performanti delle persone che vivono in condizioni di povertà energetica; aggiornare il sistema di certificazione delle prestazioni; progettare strumenti finanziari per i cittadini a basso reddito; garantire la tutela del diritto all’abitazione.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.