Comunità energetiche: la sostenibilità dei piani finanziari essenziale per tutelare le fasce deboli

  • Il ritardo dei decreti attuativi per le comunità energetiche rimanda la messa a fuoco dei confini e delle potenzialità di questo strumento.
  • Diverse le domande aperte rispetto la norma Epd sull’efficientamento degli immobili voluta dall’Europa.
  • Tutti elementi che rischiano di mettere in ulteriore difficoltà i poveri energetici, vediamo come con Fabio Gerosa presidente di Fratello Sole e brand ambassador dell’Alleanza contro la povertà energetica.
Restare Connessi, opera di Jenova Lutfija nel corso dell Concorso dai un taglio alla povertà energetica
Restare Connessi, opera di Jenova Lutfija presentata corso del concorso “Dai un taglio alla povertà energetica”

Aiutare le persone in povertà energetica grazie all’energia rinnovabile. Un obiettivo promosso anche dall’Alleanza contro la povertà energetica, non ultimo nella lettera inviata al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica il 24 giugno 2022. Non è una strada semplice, ci sono opportunità da cogliere a patto di facilitare alcuni aspetti, quali quello  finanziario, come individuato nel rapporto scientifico AR6 sul clima del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico  delle Nazioni Unite, pubblicato lo scorso 19 marzo.

Mentre si attendono ancora i decreti attuativi il contesto in cui le CER si apprestano ad essere varate è un po’ cambiato rispetto ad alcuni mese fa. I prezzi di luce e gas sono in calo. Ciò fa prevedere minori entrate dai meccanismi incentivanti per l’energia immessa in rete. Dal punto di vista sociale le CER restano comunque un’opportunità interessante, con diverse potenzialità, da esplorare, anche a vantaggio delle famiglie in difficoltà.

Fabio_Gerosa“Oggi realizzare una CER ha un impatto che prevediamo basso se calcoliamo tutti i costi correlati e gli incentivi dovuti: vanno considerati i costi fissi insiti nella gestione delle comunità energetiche: il costo del finanziamento, la manutenzione e l’assicurazione… È necessario studiare attentamente tutti i costi per poter costruire piani finanziari sostenibili. Per questa ragione bisogna  partire da una comunità che non sia troppo piccola – almeno 200kW – altrimenti si rischia di non rendere sostenibile un progetto. Detto ciò, le CER hanno comunque un grande potenziale, anche rispetto agli effetti sociali e solidale che possono attivare” spiega Fabio Gerosa, presidente di Fratello Sole e brand Ambassador dell’Alleanza contro la povertà energetica.

Gli ambiti di recupero di marginalità possono essere diversi. Ad esempio un Comune può mettere a disposizione i tetti di alcuni edifici pubblici ad uso della comunità energetica a condizione che l’energia prodotta sia distribuita a chi ne ha necessità. Questa modalità consente per esempio di coinvolgere nelle CER gli enti pubblici, alcuni dei quali, allo stato attuale, non sono molto attratti dalle comunità energetiche anche per la ragione che la forma cooperativa fa assumere un rischio eccessivo, mentre la forma associativa resta valida ma debole giuridicamente”.

In realtà, la CER ci permette di realizzare un salto culturale dove ognuno mette in comune qualcosa per renderlo a disposizione degli altri: il beneficio sociale diventa il centro del progetto, il motore – in movimento – della comunità che, attraverso il vettore energetico – produce e realizza il bene comune: per sostenere la creazione di valore sociale della CER, come suggerisce Gerosa “si potrebbe strutturare un incentivo maggiore per chi istituisce una comunità energetica a fini sociali”. 

Anche nella direttiva “case green” serve più attenzione alle fasce deboli

Un quadro che, rispetto al tema di supportare le famiglie nell’affrontare i costi energetici, è da collegare anche alla cosiddetta  direttiva “case green”  che mira a ridurre le emissioni di CO2  e i consumi energetici entro il 2030.

Si tratta di una norma importante a livello di obiettivi ambientali “ma va supportata con politiche sociali robuste, altrimenti i poveri diventeranno sempre più poveri” rimarca Gerosa. “Stiamo parlando di persone il cui unico patrimonio è una casa, magari da ristrutturare. Stesso dicasi per il ceto medio in cui la casa di una vita è l’unico patrimonio da lasciare ai figli. Bisogna fare attenzione a non depauperare chi è già povero. La norma dovrebbe prevedere aiuti per le persone e le famiglie a basso e medio reddito per evitare che questo obiettivo ambientale ricada su chi non può permettersi di affrontare la transizione energetica. Per questo noi dell’Alleanza contro la povertà energetica parliamo di “Social Green Deal e non di New Green Deal” e di “Ecological Divide” per mettere in luce i rischi che questa epoca nuova porta con sé.”

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.