Le montagne italiane si confermano come territorio di nuovo protagonismo, ma anche come punto di osservazione privilegiato per i grandi cambiamenti che attraversano il Paese. Il Rapporto Montagne Italia 2025 di Uncem mette in luce come l’area alpina e appenninica sia l’interprete più specifico dei mutamenti. I territori montani si trovano infatti ad affrontare in anticipo la duplice sfida della crisi demografica e della crisi climatica.

Nonostante le criticità, i Comuni montani sono stati capaci di innovazione e di risposte dal basso. La strategia individuata per trasformare la fragilità in opportunità è quella delle Green Community, un approccio che, a differenza della precedente Strategia Nazionale Aree Interne, pone al centro la dimensione ecologica e l’urgenza della transizione. Tali comunità hanno trovato la loro concreta mobilitazione grazie al quadro operativo del Pnrr, che ha rafforzato l’esigenza di fattibilità dei progetti in tempi certi.
Green Community: sviluppo sostenibile e governance
La Green Community non è un solo un vincolo amministrativo, ma una vera e propria strategia di sviluppo sostenibile che supera la logica della conservazione. Rappresenta un’alleanza di territorio che adotta la modalità di una amministrazione il cui ruolo è quello di coordinare gli sforzi della società civile, delle imprese e degli attori sociali.
Gli obiettivi di questa strategia sono ambiziosi e richiedono la riorganizzazione dei processi:
- Innovazione reticolare. Le Green Community sono costituite tipicamente da alleanze di sindaci o Unioni di Comuni, necessarie per governare un territorio vasto e omogeneo, superando il municipalismo.
- Piani strategici integrati: Lo strumento operativo è il Piano Strategico, che definisce gli impegni di tutti gli attori – pubblico, imprenditoriale e Terzo Settore – con l’obiettivo di rispondere alla domanda: “di cosa si vivrà in quest’ambito da qui a 10 anni?”.
- Energia e decarbonizzazione: I progetti, come quelli in Umbria o Campania, prevedono la realizzazione di Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) e l’installazione di impianti a biomassa per l’autoproduzione di energia, accelerando gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050.
La filiera bosco-legno: volano di economia circolare
L’attivazione della filiera bosco-legno è identificata come uno degli assi fondamentali per la crescita economica delle Green Community. Il legno, risorsa naturale spesso importata, rappresenta un bene necessario alla manifattura nazionale e può diventare un volano di sviluppo locale se gestito in modo responsabile e certificato.
I dati e le evidenze concrete nei progetti finanziati dimostrano questo impegno:
- Certificazione e gestione integrata: numerose Comunità Montane e Unioni di Comuni includono nei loro piani la gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale, spesso attraverso la certificazione di gruppo Pefc.
- Valorizzazione multifunzionale: nella Comunità Montana degli Alburni (Campania), il progetto mira alla gestione certificata del patrimonio agro-forestale anche tramite lo scambio dei crediti derivanti dalla cattura dell’anidride carbonica e la certificazione della filiera del legno.
- Economia circolare: le iniziative, come quelle in Umbria e Lazio, prevedono la produzione di cippato da scarti legnosi recuperati da potatura o lavorazione per alimentare impianti a biomassa e teleriscaldamento, in una logica di economia circolare no-waste.
Spopolamento e neopopolamento: attrarre competenze e servizi
Il contrasto dello spopolamento è un obiettivo primario e trasversale a tutte le strategie montane, in particolare nelle aree interne. Il fenomeno è aggravato dall’invecchiamento demografico.
I progetti di Green Community puntano esplicitamente a:
- Invertire l’abbandono. Le azioni sono volte ad aumentare i servizi, migliorare la connettività e l’attrattività per i giovani e i turisti.
- Attrarre alto profilo: Non basta l’agricoltura tradizionale; la vera sfida del neopopolamento è riportare in montagna giovani di elevatissima qualificazione professionale. Sono ricercati bioarchitetti, ingegneri gestionali, ingegneri della transizione energetica, digitale e infrastrutturale, per rinnovare anche i mestieri tradizionali con la logica dell’industria 4.0.
- Servizi essenziali. Il rilancio passa anche per l’integrazione di servizi essenziali e la tecnologia. Ad esempio, il progetto Polis di Poste Italiane mira a garantire servizi essenziali come il rilascio di certificati e l’accesso ai servizi postali, anche nelle aree più periferiche, integrando l’approccio hi-tech con l’operatore sul posto per supportare la popolazione anziana.
Tutela del territorio: le montagne fragile si fanno resilienti
La montagna è un territorio fragile, come evidenziato dall’appendice del Rapporto Uncem. La protezione idrogeologica e la resilienza al cambiamento climatico sono al centro della nuova visione strategica. L’evidenza dei dati idrici mostra la gravità del problema a livello nazionale: ogni anno cadono in Italia 300 miliardi di metri cubi di acqua piovana, ma se ne trattiene solamente l’11%, causando danni stimati in almeno 1 miliardo di euro l’anno.
Le Green Community affrontano il rischio ambientale con azioni mirate:
- Gestione idrica. Progetti come quello in Garfagnana mirano a una gestione più efficiente delle risorse idriche per rendere il territorio più resiliente alla crisi climatica. La riqualificazione multifunzionale, inclusa la creazione di piccoli bacini artificiali per trattenere l’acqua, è un obiettivo chiave.
- Prevenzione forestale. La corretta gestione del bosco non è solo un fatto economico, ma anche un atto di tutela del territorio, come dimostrato dai progetti che mirano a ridurre la biomassa combustibile a fini antincendio.
- Infrastrutture e parchi. La visione strategica unitaria include la politica per le Aree Protette che devono agire in sistema con le politiche per le aree interne, unendo conservazione e sviluppo compatibile.
Il Rapporto Montagne Italia 2025 di Uncem delinea dunque una montagna che, consapevole delle proprie vulnerabilità, sta guidando una trasformazione istituzionale e produttiva, in cui la strategia della Green Community è lo strumento principale per uno sviluppo sostenibile e coeso.
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