L’Italia non sta sfruttando appieno il potenziale dell’economia circolare

I risultati del Circular Economy Report del Politecnico di Milano parlano chiaro: è necessario aumentare gli investimenti.

Nel 2022, il nostro Paese ha risparmiato 1,2 miliardi di euro grazie all’economia circolare, portando il totale a 15,6 miliardi. Può sembrare un buon risultato, ma in realtà bisognerebbe decuplicare gli sforzi per centrare l’obiettivo di 103 miliardi al 2030.

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I risparmi economici ottenuti dall’adozione delle pratiche di economia circolare © Energy&Strategy/PoliMI

L’Italia, non a caso, è al penultimo posto tra i grandi Paesi europei per investimenti privati nel settore. A rivelarlo è la quarta edizione del Circular Economy Report elaborato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, i cui risultati sono stati presentati il 29 novembre.

L’economia circolare, un pilastro della transizione ecologica

“L’economia circolare non ha l’attenzione che merita, specialmente in Italia. Eppure, costituisce uno dei pilastri fondamentali della transizione ecologica: senza soluzioni strutturali che ci consentano di soddisfare la domanda in crescita di beni e servizi con una riduzione del fabbisogno di materie prime, soprattutto quelle critiche, non potremo mantenere la sostenibilità del sistema economico”, ha spiegato Davide Chiaroni, responsabile scientifico del report e co-fondatore di Energy&Strategy.

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Il quadro italiano

Una survey che ha coinvolto le imprese italiane di sette settori chiave (automotive, building & construction, elettronica di consumo, food & beverage, impiantistica industriale, mobile e arredamento, tessile) ha rivelato come circa il 60 per cento delle grandi aziende abbia adottato almeno una pratica legata all’economia circolare, ma la percentuale scenda al 29 per cento nel caso delle piccole. La transizione, fra l’altro, è ancora ai primi passi per il 70 per cento delle imprese, con un livello medio di 2,06 in una scala da un minimo di 1 a un massimo di 5.

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L’adozione delle pratiche di economia circolare e il livello di transizione nel campione, ripartizione per settore © Energy&Strategy/PoliMI

Le startup innovative

Fortunatamente, c’è anche un dato positivo: l’Italia è seconda in Europa per numero totale di brevetti relativi all’economia circolare. Sono 210 le startup circolari fondate tra gennaio 2018 e maggio 2023, collocate per il 65 per cento al nord e concentrate soprattutto in quattro settori: agroalimentare, tessile, energia e gestione dei rifiuti.

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Tuttavia, gli investimenti sono ancora limitati. Delle 210 startup selezionate, 124 risultano aver raccolto capitali, ma solo per 99 è stato dichiarato l’ammontare dei finanziamenti: 122,7 milioni di euro, circa un quinto di quanto raccolto da realtà climate-tech italiane e un’inezia rispetto al totale ottenuto da tutte le startup italiane che, solo nel 2022, ammontava a 2,4 miliardi di euro.

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