economia circolareL’Italia è il Paese europeo fiore all’occhiello in fatto di buone prestazioni sul fronte dell’economia circolare. Con il Nord e il Centro a trainare la spinta verso la transizione ecologica a livello nazionale. In quanto a sostenibilità ambientale, siamo più performanti della Germania e dell’Olanda ma manchiamo sul fronte dell’educazione civica ambientale.

Lo rivela il rapporto di Circonomia che è stato presentato in occasione dell’omonimo festival nazionale dedicato a economia circolare e energia dei territori, in corso ad Alba fino al 18 settembre. I dati divulgati nello studio si basano su 17 indicatori: dal consumo interno di materia procapite e dalla percentuale di rifiuti avviati a riciclo, con l’Italia regina d’Europa su 27 paesi dell’UE, ai consumi finali di energia in rapporto al Pil fino al solare fotovoltaico domestico installato.

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Fonte: rapporto Circonomia

Economia circolare: l’Italia è il paese più virtuoso e largamente sopra la media europea

Nella classifica finale, illustrata nel rapporto, l’Italia è prima tra i paesi europei, seguita dall’Olanda, dall’Austria e dalla Danimarca. I dati che ci riguardano sono così incoraggianti che anche le isole sarebbero da podio.

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Fonte: rapporto Circonomia

Come viene chiarito dai promotori dello studio, non c’è un rapporto diretto tra ricchezza di un paese e le sue performance green. Generalmente, quelli a basso reddito ottengono buoni risultati negli indicatori d’impatto, perché consumano meno energia e meno materia procapite. Viceversa, i paesi con economie maggiormente sviluppate registrano spesso livelli più elevati di efficienza energetica e buona gestione dei rifiuti.

Rispetto al reddito procapite e al livello di circolarità, tra queste due dimensioni la correlazione è molto parziale. Ne è un esempio il fatto che la Finlandia ha un indicatore inferiore rispetto del solo nord Italia.

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Fonte: rapporto Circonomia

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L’Italia ha lanciato la sfida all’Europa sul riciclo

Come afferma il rapporto, il “miracolo italiano” in tema di economia circolare è figlio dell’ultimo decennio, merito del netto miglioramento circa le prestazioni di consumo e riciclo di materia, efficientamento e conversione alle rinnovabili del sistema energetico nazionale. Non a caso, tra il 2011 e il 2019, la produttività d’uso delle risorse in Italia è migliorata del 59%: a confronto, il miglioramento medio della UE è stato del 31%, quello della Germania del 38% e quello dell’Olanda del 47%.

Anche il riciclo di materia dai rifiuti urbani ha conosciuto un più che apprezzabile incremento 51,4%, pur essendo decollato circa un decennio dopo quello di altri paesi già avviati a tali politiche. Allo stesso tempo, il tasso di riciclo di materia in Italia è cresciuto di oltre il 20%, dal 31% al 51%, mentre l’incremento medio nella UE è del 10%.

Le rinnovabili sono fondamentali per la transizione energetica ma non crescono

Guardando alla produzione e al consumo di energie rinnovabili, l’Italia era al 6,3% di energia pulita sui consumi finali nel 2004, passando al 17,1% nel 2014 ma è rimasta al 18% nel 2019. Va ancora peggio per quanto riguarda le rinnovabili elettriche: nel 2010 la produzione elettrica (escludendo l’idroelettrico) era pari all’8%, un valore inferiore alla media europea o a paesi come Germania (14%) o Spagna (18%). Nel 2015, con il grande slancio trainato dal fotovoltaico, l’Italia era arrivata al 23% e da questo punto in poi non ha registrato più crescita.

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Serve investire sull’educazione civica ambientale per incentivare gli stili di vita “circolari”

Il rapporto di Circonomia prende in esame 18 indicatori: nel confronto con altri paesi europei, l’Italia mostra una difficoltà nell’aprirsi a stili di vita “circolari”.

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Fonte: rapporto Circonomia

Gli italiani consumano più energia della media dei cittadini europei: peggio fanno solo Belgio e Lussemburgo. La penetrazione del solare termico nei consumi domestici è un quarto della Spagna e meno della metà rispetto alla Germania. Capitolo mobilità alternativa: pur essendo i primi produttori europei di biciclette, i ritmi di vendita di bici e e-bike sono ampiamente al di sotto della media: nel 2020 sono state vendute solo 3,4 bici ogni 100 abitanti contro le 6,3 della Germania e dell’Olanda.

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