Sott’olii e scarti di frittura sono elementi altamente inquinanti che nella vita domestica di tutti i giorni molti cittadini inconsapevolmente gettano dai rubinetti e negli scarichi domestici.

Gli olii vegetali esausti nelle fognature sono responsabili di un forte aumento dei fanghi reflui in discarica, mentre sarebbero un materiale prezioso per le industrie energetiche. Un approccio di economia circolare che aumenti la consapevolezza sul tema e gli strumenti di recupero di questi scarti delle famiglie è una delle mission che RenOilsconsorzio nazionale degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, sta portando avanti con stakeholder istituzionali e privati.

Gli accordi con Eni per valorizzare la filiera dell’olio

Non ultimo oggi, è stato siglato l’accordo con Eni. La compagnia petrolifera difatti, già dallo scorso anno, ha espresso la volontà di valorizzare la filiera del recupero di questa materia da miscelare con il gasolio per realizzare biocarburante di alta qualità nella bioraffineria di Venezia, a Porto Marghera, e a breve anche a Gela.

Ci stiamo muovendo secondo tre linee” spiega a Canale Energia il presidente di RenOils Ennio Fano “un primo impegno è nella informazione e formazione su corretti comportamenti di consumo. Per farlo stiamo parlando con l’Anci, come associazione nazionale dei comuni, per attivare delle campagne informative locali e di educazione ambientale in particolare nelle scuole elementari che dipendono nella gestione dei comuni”.

Un secondo aspetto delle attività è nel semplificare la rete di recepimento degli olii vegetali esausti come spiega Fano: “stiamo chiudendo alcuni accordi con grandi catene di distribuzione che rendano disponibili uno spazio, con totem esplicativi, per concentrare la raccolta delle famiglie”. L’iniziativa ha anche un impatto sociale sul territorio in quanto, considerato il valore commerciale di questo materiale, le società di smaltimento verseranno una cifra del ricavato in attività a favore di strutture socialmente utili come manutenzioni di ospedali o parchi cittadini.

A questo fa seguito una terza attività che si sta attuando a livello istituzionale con il mondo della scuola “ancora in divenire per cui possiamo anticipare poco” spiega il presidente di RenOlis “l’obiettivo è aumentare la formazione e la consapevolezza sul tema“.

In cosa consiste l’accordo con Eni

Già da alcuni mesi l’Eni ha consegnato ai propri dipendenti una bottiglietta per il recupero dell’olio di scarto domestico che viene poi consegnata in azienda e conferita al centro di smaltimento”. In realtà l’obiettivo del consorzio è ancora più ambizioso. Arrivare a inserire un punto di raccolta nei diversi distributori della compagnia petrolifera. “E’ un percorso ancora lungo, servono diverse autorizzazioni, in quanto parliamo del conferimento di un rifiuto. Per questo stiamo lavorando in stretta sinergia con l’azienda, i comuni e le utility” conclude Fano.

L’accordo siglato oggi prevede che gli associati possano avere un riferimento diretto e a un prezzo convenuto. “In Italia servirebbero grosso modo un milione e mezzo/due di olio vegetale per mischiarlo con il diesel normale. Solo l’Eni avrebbe bisogno di un milione. Noi oggi siamo in grado di fornirne qualche decina di migliaia di tonnellate, dobbiamo fare uno sforzo per arrivare a numeri più significativi. Per questo cominciamo da questo accordo e ogni sei mesi verificheremo i risultati raggiunti e in caso integreremo dei correttivi per migliorare come il migliorabile”, conclude il Presidente di RenOils Ennio Fano.

I dati del 2018 sul conferimento in Italia e rischi ambientali

Secondo i dati del Consorzio, nel 2018 sono state raccolte circa 75.000 tonnellate di olio alimentare di scarto. Un dato da far risalire quasi interamente dal settore della ristorazione e dell’industria,in cui la raccolta è normata. Si tratta di circa il 25% dell’olio prodotto in Italia, che ammonta a circa 280.000 tonnellate all’anno. Se valutiamo come un litro di olio generi fino a 4 kg di fanghi di depurazione che dovranno poi essere gestiti come rifiuto, ci rendiamo conto del rischio ambientale che le famiglie, inconsapevolmente, producono quotidianamente.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.