CartaLa crescita del settore della carta è compromessa dall’alto costo del gas e dalla mancanza di impianti di recupero per la gestione degli scarti del riciclo. Per saltare l’ostacolo l’industria della carta chiede “al Governo di intervenire per ridurre questo ‘spread’ e agire sulle componenti parafiscali che via via aumentano. A livello europeo e nazionale è urgente l’azzeramento del gap di prezzo del gas tra Italia e Europa, sia attraverso il definitivo varo del meccanismo di riduzione degli oneri parafiscali sia con l’ampliamento delle interconnessioni con il Nord Europa (TENP) e i Balcani (TAP)”. E’ l’appello lanciato oggi dal presidente di Assocarta Girolamo Marchi in apertura dell’assemblea associativa annuale svoltasi a Roma presso Civita.

Il ruolo del gas nell’economia circolare della carta

Nel corso dell’evento è emerso come i primi 5 paesi utilizzatori di gas naturale in Europa, Italia compresa, immettono sul mercato il 70 per cento di carta riciclata (rilevazione Cepi). Il gas dunque ha un ruolo fondamentale nell’economia circolare della carta: “La carta è un esempio di bio-economia circolare in quanto rinnovabile e riciclabile ma è anche espressione di una cultura che porta i nostri imprenditori a investire il 5,9 per cento del fatturato sul territorio, incidendo sullo sviluppo ambientale e sociale del nostro Paese”, ha proseguito Marchi. “È inconcepibile raccontare che l’Italia è pur sempre il secondo Paese manifatturiero in Europa e poi, di fatto, bloccare gli investimenti”, ha precisato. “Progetti concreti di economia circolare diventano ostaggi di una burocrazia senza un fine. Non solo non si riescono a recuperare gli scarti del riciclo, ma neanche ad aumentare il riciclo della carta”, ha concluso.

Economia circolare e misure concrete

L’evento ha offerto l’occasione anche per fare il punto sull’attuazione dei principi del pacchetto sull’economia circolare e sull’eliminazione degli svantaggi competitivi per le imprese italiane. Tra questi, l’attuazione di quelle misure già adottate in alcuni dei principali Paesi competitor er la compensazione dei costi indiretti per le imprese esposte al rischio Carbon Leakage in campo ETS.

E’ emerso poi come sia importante mantenere l’impianto del DLgs n. 152/2006 per quanto riguarda i sistemi di responsabilità del produttore e sia urgente varare un decreto apposito sull’End of Waste. Inoltre, per garantire il completo recupero degli scarti da riciclo è stata avanzata la proposta di istituire una cabina di regia tra amministrazioni e ministeri competenti e di considerare i rifiuti cartacei assimilabili a quelli urbani sotto il profilo tecnologico nella programmazione territoriale.

Alcuni numeri del settore della carta

L’industria italiana si conferma il quarto produttore di carta in Europa. Chiude il 2018 con un fatturato di 7,72 miliardi di euro, del 4,2 per cento superiore al 2017, e una produzione superiore a 9 milioni di tonnellate, in crescita dello 0,1 per cento rispetto all’anno precedente.

Importante evidenziare il calo dei prezzi delle cellulose negli ultimi mesi: si è passati dai 650 dollari del dicembre 2016 ai 1.050 di novembre (+400 dollari) ai 930 dell’aprile scorso (+280 dollari sopra le quotazioni 2016).

La quota di produzione nazionale destinata ai mercati esteri scende dal 44,7% del 2017 al 42,7%, con una tendenza analoga per tutte le tipologie, ad eccezione dell’export di carte per usi igienico-sanitari (+3,1%).

Nei primi mesi del 2019 calano sia la produzione, di 2 punti percentuali, che il fatturato, del 2,2%.

La carta è il rifiuto più prodotto dopo l’organico. È riciclabile per il 57 per cento dell’immesso sul mercato e per l’80 per cento quando si tratta di carta da imballaggio.

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