La proroga del Mercato Tutelato per l’energia al 2023 non ha messo tutti d’accordo. I venditori di energia rivendicano il loro diritto al libero mercato e soprattutto a una considerazione migliore nell’immaginario collettivo. Diego Pellegrino, portavoce presso A.R.T.E., Associazione Reseller e Trader dell’Energia spiega a Canale Energia le motivazioni del comparto. Di fatto per quanto il settore paghi lo scotto dell’attività di procacciatore di contratti a volte poco trasparente di alcuni contact center, serve secondo Pellegrino, più che un Mercato Tutelato: “un Mercato Attuale e in linea con la profonda trasformazione economico e sociale che stiamo subendo: che sappia intercettare le mutate esigenze dei consumatori e che non sia astrattamente ancorato ad un concetto di tutela ormai desueto e poco utile”.

Perchè ci si fida poco del mercato libero secondo lei?

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Diego Pellegrino

La mancanza di fiducia percepita, non discende esclusivamente dalla ormai comune diffidenza verso il mercato libero; in verità, a mio avviso, alla situazione di squilibrio contribuisce anche l’eccessivo affidamento nei confronti del mercato di “tutela”: la cui definizione, che evoca una funzione protettiva, appare in realtà largamente fuorviante.

Dalle dichiarazioni dell’onorevole Davide Crippa, fautore del rimando dell’apertura del mercato, cui “il Governo ha la necessità di non esporre le famiglie al rischio di un incontrollato aumento dei prezzi”, racconta erroneamente del Mercato Libero come un “mostro” da cui sia obbligatorio difendersi.

L’informazione asimmetrica che costantemente subiamo, di contro, dimentica di rimarcare che il mercato cosiddetto “tutelato”, ha affrontato un aumento dei prezzi dal 2 trimestre 2020 al 1 trimestre 2021 di oltre il 100% (Più del doppio!).

Cionondimeno, la relazione annuale di Arera, in assenza di una reale competenza e cognizione delle dinamiche di mercato, trae fortemente in inganno, prospettando una presunta non convenienza del mercato libero rispetto al mercato tutelato.

Tuttavia, come riportato nella stessa Relazione, risulta pacifico come oltre 4 contratti su 5 nel mercato libero, sono a prezzo fisso, mentre la tutela è a prezzo variabile!

Ne deriva semplicemente che, quando i prezzi scendono, la tutela risulta più conveniente del mercato libero: viceversa, in caso di salita dei prezzi, si avvera esattamente il contrario.

Non crede che pagate lo scotto del lavoro di alcuni contact center poco chiari con i clienti finali?

Questo è un tema di assoluta importanza e attualità.

Le politiche aggressive condotte negli anni dalle attività di telemarketing, hanno contribuito ad alimentare il disinteresse verso la libera concorrenza, contravvenendo a qualsiasi tipo di tutela nei confronti dei  consumatori in termini di  privacy (e.g. immaginate l’atteggiamento tipico di alcuni call center che, conoscendo i dati dei clienti finali, dichiarano falsamente a questi ultimi di essere il loro fornitore asserendo che le offerte sono in scadenza e che quindi, per scongiurare un forte aumento dei prezzi nei mesi successivi, si debba procedere con la stipula di nuovo contratto con un nuovo fornitore).

Tale scorretta modalità di vendita, trova fondamento dall’inevitabile risultanze di un sistema dalle regole poco chiare, connaturato da un pessimo livello di garanzia per una dovuta e totale trasparenza (impossibilità di risalire al numero del chiamante, omessa identificazione del call center che pregiudicano gravemente l’attività commerciale e l’immagine di molti operatori energetici).

In tali termini, l’associazione e i suoi membri hanno da sempre espresso il proprio disappunto da tale modalità di approccio commerciale, condannandone l’esecuzione e proclamando a gran voce l’inefficacia.

Quindi conviene poter scegliere e monitorare la propria tariffa…?

Il mercato libero, come evoca la sua stessa definizione, permette di scegliere, senza alcun vincolo di permanenza o penali per recesso anticipato: salvaguardando sempre il libero arbitrio di poter cambiare fornitore. Generalmente se la scelta deriva da ambizioni di miglior prezzo, sarà richiesta una costante attività di monitoring del proprio costo medio di fornitura; mentre, qualora si optasse per una logica di convenienza del servizio di prossimità con un fornitore locale, la scelta con molta probabilità, sarà orientata alle aspettative del tipo di servizio e di supporto in base alle diverse esigenze di consumo.

Dunque, il mercato libero conviene o non conviene?

Il cliente è, per l’appunto, libero di scegliere un prezzo fisso piuttosto che un prezzo variabile e viceversa, a seconda delle proprie esigenze di consumo.

Per tale libertà di scelta, Il paragone più attendibile è con i mutui bancari: immaginate i vantaggi di chi opportunamente ha indicizzato la propria rata ad un prezzo variabile, rispetto all’immutabilità del fixing price.

In aggiunta, il fenomeno della “convergenza dei servizi” di derivazione anglosassone, si sta imponendo prepotentemente anche nel panorama di offerte nel nostro settore; dove gli operatori del mercato libero, iniziano a proporre prodotti e servizi legati alla fornitura, nell’ottica di efficientare i fabbisogni del consumatore in un unico interlocutore commerciale (rateizzazione in bolletta di beni accessori come il condizionatore, la caldaia  o la bicicletta elettrica e altri dispositivi per la mobilità): talvolta abbinando anche la diagnosi energetica e la consulenza dedicata.

Occorre un Mercato Attuale e in linea con la profonda trasformazione economico e sociale che stiamo subendo: che sappia intercettare le mutate esigenze dei consumatori e che non sia astrattamente ancorato ad un concetto di tutela ormai desueto e poco utile.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.