Povertà energetica, il 38% paga la bolletta con difficoltà

Consumatori e mercato: i dati della consultazione civica a cura di Cittadinanzattiva

La transizione energetica è soprattutto una “sfida sociale”, e il primo ostacolo per i cittadini italiani resta l’onere della bolletta e la paura della povertà energetica. Secondo i dati emersi dalla consultazione civica nazionale realizzata da Cittadinanzattiva, nell’ambito del progetto Energie di Comunità, che ha coinvolto oltre 2 mila cittadini, la gestione dei costi energetici è una fonte di ansia per una fetta significativa della popolazione. La capacità di far fronte ai pagamenti è critica: di norma, se il 59,5% dei rispondenti paga le bollette con tranquillità” ben il 30% lo fa con qualche difficoltà e un ulteriore 7,3% con molte difficoltà. L’1,2% dichiara di non riuscire a pagarle regolarmente. Sommando queste percentuali, quasi il 38% dei cittadini intervistati vive l’energia come un peso gravoso.

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Nonostante l’impatto diffuso, la consapevolezza del fenomeno resta parziale. Se il 40,7% dei cittadini dichiara di aver sentito parlare di povertà energetica, ma senza conoscerne i dettagli, un altro 42,8% non sa di cosa si tratta e solo il 16,4% sa effettivamente di cosa si tratta. Chi si trova in povertà energetica chiede anzitutto aiuti economici per pagare le bollette (58,7%), seguiti da interventi strutturali per rendere le case più efficienti (38,6%) e un supporto diretto da parte dei Comuni o delle associazioni (34,5%).

Povertà energetica e mercato: un peso sul bilancio

La sezione dedicata alla comprensione del mercato restituisce l’immagine di un sistema “complesso, poco leggibile e spesso ostile”. L’asimmetria informativa rappresenta una barriera strutturale, rafforzata dalla molteplicità di offerte, dal linguaggio tecnico e dalle pratiche commerciali aggressive.

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La difficoltà comincia con la lettura delle fatture: il 39,9% dei cittadini afferma di leggerla per intero avendo chiara la composizione delle voci e i relativi importi; il 30,2% la legge senza avere chiarezza delle voci e degli importi; il 25,7% si impegna a guardare solo importo da pagare e scadenza e il restante 4,2% dichiara di non leggerla. Persino l’introduzione della nuova bolletta sintetica non ha risolto del tutto il problema, con una fetta di cittadini che la trova ancora poco comprensibile.

A peggiorare il quadro c’è l’invasività delle comunicazioni commerciali: quasi l’83% dei rispondenti ha ricevuto proposte per cambiare fornitore tramite telefono, messaggi o visite a domicilio, e il 74,2% giudica queste comunicazioni aggressive o insistenti. Questa situazione di confusione e sfiducia porta i cittadini a sentirsi passivi: molti cambi di fornitore, infatti, non sono vere e proprie scelte, ma derivano da automatismi o iniziative degli operatori, contraddicendo l’idea del consumatore attivo del mercato libero.

Comunità energetiche: potenziale non sfruttato

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) sono percepite come uno strumento fondamentale per la transizione, ma la conoscenza non è ancora del tutto diffuso. Ancora il 36% dei cittadini afferma di non averne mai sentito parlare.

I cittadini attribuiscono alle Cer funzioni chiave che vanno oltre il mero risparmio individuale:

  • ridurre le bollette di chi vi partecipa (45,7%)
  • incentivare le energie rinnovabili e l’autoconsumo (42,3%)
  • combattere la povertà energetica mettendo a disposizione i benefici anche per le fasce più vulnerabili (31,6%)

Per decidere di partecipare ad una Cer, i cittadini esprimono bisogni chiari, che sono di fatto le principali barriere d’accesso: supporto tecnico e amministrativo (58,6%), informazioni semplici e affidabili (52,9%) e incentivi economici (44,3%). Il rischio è che rimangano limitate ai contesti più competenti, lasciando fuori i più vulnerabili.

Mercato energetico: i bisogni avvertiti: chiarezza, controlli e strumenti

La consultazione rappresenta un “manifesto dal basso” sui bisogni urgenti per una transizione giusta. I cittadini sono disponibili ad agire – il 70,4% adotterebbe un uso più consapevole degli elettrodomestici e il 47% migliorerebbe l’efficienza della casa – ma chiedono che le istituzioni pongano in essere le condizioni per farlo.

Per migliorare la trasparenza del mercato, le richieste principali sono: maggiori controlli sulle pratiche commerciali scorrette (57,3%) e informazioni più chiare sulle bollette e le offerte (54,7%). Inoltre, gli incentivi per l’efficienza energetica, sebbene siano percepiti come utili, sono spesso giudicati come difficili da ottenere (58%) a causa della complessità e della burocrazia, limitando la possibilità di investimento soprattutto per le fasce più fragili.

Cambiamento climatico, sensibilità ambientale e transizione giusta

Infine, il tema ambientale mostra un coinvolgimento personale elevato: oltre il 74% si sente abbastanza o molto coinvolto nel tema del cambiamento climatico. Tuttavia, le azioni del singolo cittadino sono percepite come efficaci solo se inquadrate in un contesto di politiche pubbliche: il 54,9% crede che le azioni individuali possano contribuire in modo significativo, ma solo se accompagnate da politiche pubbliche.

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Questo esprime una chiara richiesta di “responsabilità condivisa”. La transizione è vista come giusta quando: non scarica i costi solo sui consumatori, non crea nuovi divari ed è sostenuta da strumenti concreti e credibili.

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