Mercato gas, il ripristino dell’IVA ordinaria e le preoccupazioni dei cittadini

Il 63 per cento degli italiani è intenzionato a ridurre il riscaldamento per tutto il mese di gennaio.

Il 2024 è iniziato con due novità per il mercato del gas: l’abolizione del regime di maggior tutela per i clienti classificati come “non vulnerabili” e il ripristino dell’IVA ordinaria dopo un abbondante biennio di misure di sostegno.

gas
Foto di Ilse Driessen su Unsplash

Quest’ultimo comporterà, secondo l’osservatorio di Segugio.it, un incremento della spesa del 13 per cento per la famiglia tipo, con un consumo annuo di 1.400 Smc e fornitura attiva nel comune di Milano. Per una famiglia con consumi ridotti (400 Smc all’anno), l’incremento sarà invece pari all’8 per cento.

Considerando però che il prezzo all’ingrosso del gas è calato da circa 45 a 38 centesimi per Smc, si può affermare che una famiglia tipo affronterà un aumento della spesa del 6 per cento tra dicembre 2023 e gennaio 2024. Anzi, la spesa annua stimata per il gas è in calo del 37 per cento rispetto al gennaio 2023.

Prezzi alti e tutela dell’ambiente incidono sui consumi

Fra gli italiani tuttavia sembra prevalere la preoccupazione, più che l’ottimismo: il 63 per cento sta considerando o ha già deciso di abbassare il riscaldamento per tutto il mese di gennaio, mentre il 5 per cento lo spegnerà completamente. A rivelarlo è una ricerca condotta da Mortar Research per conto di Aira, società svedese di tecnologie per il risparmio energetico.

Riscaldamento
Foto di Julian Hochgesang su Unsplash

Il sondaggio ha coinvolto più di ottomila partecipanti nel Regno Unito, in Germania, Spagna, Francia e Italia. Oltre un quarto del campione analizzato nel nostro Paese ha dichiarato che manterrà in casa temperature più basse del solito fino a febbraio inoltrato. Il 73 per cento degli intervistati ha indicato i prezzi elevati dell’energia come apprensione principale, mentre il 41 per cento ha detto di essere motivato da preoccupazioni ambientali.

Resta elevata la dipendenza dai combustibili fossili

Eppure, 20 milioni di famiglie in Italia utilizzano ancora caldaie a gas e petrolio per riscaldare le loro case: una pratica che genera il 12 per cento delle emissioni italiane di CO2, stando all’analisi di Aira. Sostituire le caldaie a gas con pompe di calore – opzione considerata dal 20 per cento degli intervistati – “aiuterà le famiglie italiane a risparmiare il 40 per cento sulle bollette del riscaldamento e ridurrà le emissioni domestiche di almeno il 75 per cento”, secondo Martin Lewerth, CEO di Aira Group.

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Diminuisce la capacità di acquisto della popolazione

Le preoccupazioni relative all’energia incidono anche su altre abitudini di consumo degli italiani. Uno su quattro (il 24 per cento) ha dichiarato che spenderà meno in cibo nel 2024 per coprire i costi del riscaldamento, mentre il 37 per cento spenderà meno in abbigliamento e il 31 per cento ridurrà le attività di svago.

Un dato riscontrato anche da Federconsumatori, che segnala come il volume delle vendite di beni alimentari sia calato, nel trimestre settembre-novembre 2023, dello 0,5 per cento in termini congiunturali. “Sappiamo bene che tale settore è il vero termometro delle condizioni economiche delle famiglie e quando è in calo non è mai buon segno”, avverte l’organizzazione.

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