IMG 8619 1Carenze informative. Criticità legate alle garanzie nella fase post vendita. Scarso livello di trasparenza degli operatori intermediari. Sono queste alcune delle problematiche riscontrate più frequentemente dai consumatori nell’acquisto di elettrodomestici rigenerati o ricondizionati sull’e-commerce un tema approfondito da una ricerca presentata da Unc – Unione nazionale consumatori e Applia questa mattina a Milano. 

In generale, dai dati dello studio raccolti dalle segnalazioni fatte dai cittadini all’Unc, è emerso un quadro di “incertezza” a livello normativo che genera non poche difficoltà, sia lato utente sia lato industria. Da una parte, infatti, i problemi riguardano l’impossibilità di identificare in maniera chiara il soggetto ricondizionatore e gli interventi effettuati; dall’altro si riscontra poca chiarezza in tema di diritti del consumatore, con conseguenti danni di immagine anche per i brand produttori di elettrodomestici. 

I problemi più frequenti

Entrando più in dettaglio, dall’indagine emerge come tra le questioni più menzionate dai consumatori (16%) ci siano, oltre alla mancata indicazione del soggetto riqualificatore, la non conformità degli obblighi previsti per il venditore e la mancata informativa sul diritto di recesso. A registrare invece un 10% è la mancata segnalazione di un indirizzo mail accessibile per i reclami. La mancata o generica indicazione del consumo dell’elettrodomestico e della classe energetica di appartenenza si attesta invece al 7%, mentre l’esclusione di responsabilità in caso di danno al prodotto durante il trasporto rappresenta il 3%.

I rischi per gli operatori del settore degli elettrodomestici rigenerati sull’e-commerce

Questa situazione ha effetti negativi sul settore degli elettrodomestici sia lato consumatore sia lato industria. “Le carenze informative sul soggetto ricondizionatore – ha spiegato Massimiliano Dona, presidente di Unc – rappresentano un vulnus molto serio per i consumatori e per tutto il comparto. Se, infatti, non risulta chiaro chi ha effettuato gli interventi, rischiamo una sovrapposizione di responsabilità con eventuali danni reputazionali per il brand che ha originariamente prodotto l’apparecchio. In altre parole si tratta di un touch point tra l’interesse del consumatore e il mondo dell’industria“. Stesso discorso anche per le problematiche legate alle garanzie post-vendita che, ha evidenziato Dona, possono generare “confusione nell’utente, con un conseguente danno d’immagine per il produttore”. Altro tema chiave è inoltre quello della riluttanza degli operatori che effettuano il ricondizionamento a spiegare ai consumatori le caratteristiche di questi prodotti. In questo caso, ha spiegato il presidente di Unc, il rischio è che la scelta fatta dall’utente “rappresenti solo un modo per ottenere una scontistica” e che in un secondo momento ci possa essere un ripensamento. 

Questa situazione rischia di influire in modo negativo anche a livello più generale, minando  la diffusione tra i cittadini dei paradigmi della circular economy, che invece rivestono un ruolo chiave per le aziende del settore. Queste tematiche, ha spiegato Dona, sono “valori estremamente importanti che noi, come associazione, vogliamo contribuire a promuovere, accompagnando il cambiamento in atto”. Il rischio, è quello di  “mettere in crisi non solo la relazione tra consumatore e azienda, ma anche la nostra libertà di scelta come consumatori e la nostra voglia di tutelare l’ambiente”

Trasparenza, tema chiave per le aziende 

A ribadire la necessità di una maggiore trasparenza è stata, nel corso della mattinata, anche il presidente di Applia Italia Manuela Soffientini, che ha sottolineato come il settore industriale ponga al centro le tematiche dell’economia circolare e come l’introduzione di una maggiore chiarezza normativa su un tema “così delicato sia una delle questioni che gli operatori “hanno più a cuore”. Attualmente questo tipo di elettrodomestici, ha spiegato il direttore di Applia Italia Marco Imparato, “non è particolarmente  rilevante dal punto di vista quantitativo“, tuttavia la volontà dell’associazione è quella di affrontare un tema che risulta importante nella promozione di filiere sostenibili e circolari.

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.