Le bollette dell’acqua potabile sono sempre più salate

Le spese per gli italiani sono aumentate in media del 9,5 per cento negli ultimi due anni, stando a un’indagine di Altroconsumo.

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Foto di Andres Siimon su Unsplash

Negli ultimi due anni, non sono aumentati solo i costi dell’energia, ma anche quelli dell’acqua. È l’allarme lanciato da Altroconsumo, la cui ultima inchiesta svela come, da dicembre 2021 a dicembre 2023, le spese relative all’acqua potabile siano lievitate mediamente del 9,5 per cento nel nostro Paese. Catanzaro è l’unico capoluogo in cui la bolletta del servizio idrico non ha subìto alcun incremento nell’ultimo biennio, mentre Bari ha registrato un incremento lievissimo, pari all’1 per cento.

Acqua, la spesa media per una famiglia di tre persone

Una famiglia di tre persone che consuma 182 metri cubi d’acqua l’anno spende, in media, 466 euro. Si osservano però notevoli differenze a livello regionale. Tra i casi emblematici spiccano due località che, pur avendo registrato aumenti significativi, brillano comunque per economicità della tariffa: si tratta di Bolzano, con una spesa media per famiglia di 344 euro, e di Milano, con una spesa di soli 163 euro a famiglia. Il capoluogo lombardo è anche la città più economica del campione: la tariffa idrica è inferiore a un euro al metro cubo (89 centesimi, per la precisione). A Roma si spende il doppio, mentre Siena è in assoluto la località meno economica, con un prezzo di oltre quattro volte superiore (4,45 euro).

Tariffe Acqua Altroconsumo
© Altroconsumo

Il problema delle falle negli acquedotti

L’indagine evidenzia come la classe di spesa più comune, che raccoglie la maggioranza relativa del campione (42 per cento), sia quella che prevede bollette annuali comprese fra 370 e 500 euro. L’analisi di Altroconsumo mette anche in luce nuovi dati relativi all’irrisolto problema delle falle degli acquedotti, che ci portano a perdere in media il 42 per cento dell’acqua immessa in rete. Le criticità più importanti riguardano le regioni meridionali, dove le perdite sono comprese fra il 45 e il 54 per cento. Basilicata e Sardegna segnano il record negativo (55 per cento), mentre la Valle d’Aosta è la regione più virtuosa (22 per cento).

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