uova Ismea
foto Pixabay

Attenzione per l’ambiente e benessere degli animali sono gli aspetti che interessano sempre più il settore delle carni avicole e delle uova, secondo gli ultimi report di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare).
Secondo l’Istituto, l’innovazione di prodotto e la tendenza ad aumentarne il consumo sono stati in linea con le preferenze dei consumatori, soprattutto durante il Covid-19.

Lo stato del settore in Italia

Nel nostro Paese, le carni avicole hanno avuto un aumento del +5% di fatturato e il +6% di consumo pro-capite. Le uova insieme alla farina, durante la pandemia sono state molto gettonate, tanto da determinare il +18% di incremento in volume di acquisti nel 2020 rispetto al 2019, arrivando a picchi del 51% a marzo 2020. Parallelamente, un aumento del 13% ha interessato i capi allevati, mentre quelli in gabbia hanno subito una riduzione del 24%.

Da un’indagine Cawi, evidenzia Ismea, emerge che i consumatori non conoscono gli aspetti relativi alla fase di allevamento: solo il 7% di coloro che sono stati intervistati sa che polli e tacchini sono allevati a terra, mentre il 60% crede che siano ancora allevati in gabbia; il 32% non conosce proprio il tema.

Le uova Made in Italy

La produzione annua di uova nel nostro Paese ammonta a 12,6 miliardi di pezzi, con 41 milioni di capi allevati nei circa 2.600 allevamenti e un fatturato annuo di circa 1,5 miliardi di euro.

Il consumo degli italiani è di 220 uova procapite all’anno, circa 13,7 kg.
Nel marzo 2020, insieme alla farina sono arrivate a superare in volume il 51%, tuttavia, per sette consumatori su dieci non bisogna eccedere nel consumo di uova, soprattutto per i consumatori nella fascia tra i 35 e i 44 anni.

La maggior parte degli italiani ritiene che la tipologia di allevamento migliore sia quella all’aperto, inoltre, sei consumatori su dieci sono disposti a spendere almeno il 10% in più per acquistare uova provenienti da galline allevate all’aperto.

Ma, nonostante ciò l’allevamento biologico non sembra prendere ancora piede in modo significativo, perchè ne viene in qualche modo colto solamente l’aspetto ambientale, non ancora appieno invece il benessere o l’alimentazione dell’animale, o ancora l’utilizzo di antibiotici. Dunque, per ora l’allevamento a terra è quello che riassume meglio i benefici nel loro complesso.

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