Proteggere la biodiversità ed essere sostenibili, questa la finalità del progetto LIFE OASIS, Mitigating the negative interactions of protected species with marine litter and pelagic fisheries of the Mediterranean.
Con una sinergia tra tecnologia, ricerca e collaborazione diretta con il settore della pesca e marittimo a livello internazionale il progetto della durata di 5 anni è un’iniziativa co-finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del Programma LIFE (GA n. 101148343 – LIFE23-NAT-ES-LIFEOASIS). Coordinato da Alnitak Research Institute, vede la collaborazione di prestigiosi partner, tra cui il Consiglio superiore delle ricerche scientifiche spagnolo (CSIC) e, fra quelli italiani, la Stazione Zoologica Anton Dhorn e l’Associazione Filicudi Wildlife Conservation e Università di Pisa.
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“L’obiettivo è triplice: prevenire la cattura accidentale delle tartarughe marine, promuovere la sostenibilità della pesca e tutelare la biodiversità – spiega il professor Paolo Casale dell’Università di Pisa, referente scientifico del progetto ed esperto nella conservazione delle tartarughe marine e nelle loro interazioni con la pesca.
“Le iniziative che intraprenderemo avranno un impatto positivo sulla salute degli ecosistemi marini, contribuendo a limitare i danni alla biodiversità e riducendo il rischio di cattura accidentale di specie protette”.
Reti, lenze, nasse lasciate in mare e lasciate incustodite si possono infatti trasformare in trappole mortali e possono continuare a catturare pesci e altre specie per mesi o addirittura anni, un fenomeno noto come “pesca fantasma”.
Dispositivi contro la pesca eccessiva
Tra i temi da affrontare mitigare gli impatti negativi della pesca e dei rifiuti marini sulla biodiversità del Mediterraneo, con particolare attenzione alle tartarughe Caretta caretta, una specie prioritaria, censita anche nella Direttiva Habitat e classificata nella Lista Rossa della IUCN come specie “Vulnerabile” a livello globale.
Per questo il progetto prevde lo sviluppo di un modello intelligente di aFAD (intelligent anchored Fish Aggregating Device) io cui dispositivi ancorati sul fondale marino sosterranno un modello sostebibile di pesca. Gli strumenti saranno dotati di sensori avanzati per monitorare le l’ecosistema circostante e raccogliere dati sulla presenza di pesci e specie protette come le tartarughe marine. Verrà inoltre realizzata una mappatura degli attrezzi da pesca abbandonati, persi o scartati nel Mediterraneo.
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