“Liberi di respirare”: il legame fra salute e qualità dell’aria nei luoghi dell’abitare

Ridurre l’inquinamento atmosferico nelle città e negli edifici è un imperativo: gli spunti emersi all’evento di REair.

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L’intervento di Walter Ricciardi © Elisabetta Scuri/Canale Energia

La Pianura padana è tra le regioni più inquinate d’Europa. In realtà, “oltre il 99 per cento delle persone in tutto il mondo è esposto a livelli di inquinamento atmosferico che superano le soglie raccomandate dall’Organizzazione mondiale della sanità”. Lo ha spiegato il professor Walter Ricciardi, già presidente dell’Istituto superiore di sanità (ISS), all’incontro organizzato il 26 settembre a Milano da REair, azienda del settore clean tech attiva proprio in questo campo.

“Non si riflette abbastanza sul significato dell’aria pulita come importante determinante della salute e del benessere. L’inquinamento atmosferico non danneggia solo i polmoni, ma tutti gli organi, e causa sette milioni di morti premature l’anno. A questo problema si affianca, inoltre, il riscaldamento globale”. Nel periodo compreso fra il 30 maggio e il 4 settembre 2022, il caldo estremo ha causato 61.672 vittime in Europa, la maggior parte delle quali in Italia (18.010), seguita da Spagna (11.324) e Germania (8.173).

Il ruolo di urbanisti e architetti

Con due terzi della popolazione globale che vivranno in città entro il 2050, è indispensabile ridurre le emissioni di gas serra e adottare altre strategie di mitigazione delle temperature, migliorando al contempo la qualità dell’aria negli spazi frequentati dai cittadini. “Lo spazio fisico ha un ruolo centrale nella tutela della salute, che dipende da fattori genetici, comportamentali e ambientali. Dobbiamo capire in che modo i luoghi dell’abitare (outdoor e indoor) siano in grado di produrre benessere”, ha spiegato Stefano Capolongo, architetto, PhD e professore del Politecnico di Milano.

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Stefano Capolongo © Elisabetta Scuri/Canale Energia

“L’architettura, che contribuisce a promuovere determinati stili di vita, non può basarsi solo su indicatori quantitativi: servono anche quelli qualitativi. E serve la contaminazione con altri settori, a partire da quello sanitario. Pensiamo all’impatto del verde urbano, degli spazi che favoriscono la coesione sociale o la mobilità dolce”. È anche per questo che i cambiamenti climatici e l’inquinamento, di qualunque tipo esso sia, provocano ecoansia. Il nostro benessere dipende dalla salubrità dell’ambiente in cui viviamo.

L’inquinamento indoor

Per un’edilizia che sia sostenibile a livello ambientale e sociale, però, serve una rivoluzione legislativa che possa sostenere gli investimenti privati: è il pensiero di Fabrizio Capaccioli, presidente del Green Building Council Italia, l’ente che ha sviluppato la certificazione LEED. Si tratta di un protocollo volto a migliorare le prestazioni degli immobili in tutte le loro fasi di vita, dalla progettazione alla costruzione, fino alle gestione, aspetto che non può essere sottovalutato. “Gli interventi di riqualificazione realizzati con il Superbonus non hanno riguardato l’uso razionale delle risorse idriche negli edifici e il miglioramento della qualità dell’aria indoor”, ha puntualizzato Capaccioli.

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A proposito dell’aria che respiriamo nelle nostre case, la ventilazione rappresenta sicuramente un aspetto importante, ma ci sono tanti altri fattori da tenere in considerazione: persino i mobili, gli indumenti e i cosmetici che si utilizzano quotidianamente. Lo ha evidenziato Rosa Draisci, direttrice del Centro nazionale sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione del consumatore presso l’Istituto superiore di sanità. L’ISS ha istituito anche un tavolo tecnico per la certificazione dei sistemi di sanificazione, che si sono ampiamente diffusi con la pandemia, ma devono essere scelti con criterio e rispettare determinati standard per essere efficaci.

La tecnologia REair e i casi di successo

La limitazione del traffico, il passaggio a sistemi di riscaldamento a basse emissioni, l’uso di fonti energetiche rinnovabili e le attività di riforestazione sono fra le più importanti soluzioni su cui puntare, come ha spiegato Raffaella Moro, amministratrice delegata di REair. A queste soluzioni si affianca la tecnologia di fotocatalisi brevettata dall’azienda: un processo fisico e naturale che utilizza la luce solare e richiede bassi investimenti, capace di conferire agli edifici proprietà autopulenti e di degradare i composti dannosi presenti nell’aria, con un’azione igienizzante. “L’inquinamento non è una minaccia silenziosa, ma una vera e propria crisi a livello di sanità pubblica. Le soluzioni devono essere democratiche, anche a livello di progettazione, tenendo conto delle emergenze che stiamo vivendo e dei bisogni della popolazione”, ha commentato Moro a conclusione della prima parte dell’evento.

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Evento che si è svolto nel complesso di via Monte Rosa, 91, coinvolto in un progetto di rigenerazione che rappresenta un caso di successo, proprio come la nuova sede del Gruppo Sole 24 Ore. Altri esempi virtuosi, presentati durante l’ultima sessione della mattinata di lavori, sono quelli dell’Aeroporto di Venezia e dell’Istituto Gonzaga di Milano. Quest’ultimo è andato incontro, nel 2017, a una significativa opera di ristrutturazione dell’impianto di riscaldamento, per migliorare la distribuzione del calore nei vari ambienti e abbattere notevolmente le emissioni di CO2. Nel 2020 ha adottato la tecnica della fotocatalisi, inizialmente negli ambienti più ampi e frequentati, come le palestre, gli spogliatoi e le sale mensa.

Successivamente, il trattamento è stato esteso a tutte le aule didattiche dell’istituto, ed è partita l’installazione di rilevatori della qualità dell’aria. Un investimento che ha migliorato la vita degli studenti, delle studentesse e del corpo docenti, sensibilizzando parallelamente le famiglie. La pandemia ci ha fatto capire l’importanza di un’aria salubre, e che dalla salute del Pianeta dipende anche la nostra. Una consapevolezza che non dovrà più smettere di guidare i processi decisionali.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.