rifiuti mascherine
Foto di Andrea Toxiri da Pixabay

Il contrasto alla criminalità organizzata avviene anche con il risanamento delle terre e la corretta gestione dei rifiuti. Le aree agricole sottratti alla camorra saranno risanati e restaurati grazie al protocollo d’intesa siglato tra l’Ispra e l’Agenzia per l’innovazione, lo sviluppo e la sicurezza del territorio di Casal di Principe (Agrorinasce). L’Istituto metterà a disposizione le proprie conoscenze scientifiche per pianificare gli interventi di sostenibilità. L’Agenzia fornirà le competenze formative per il recupero a uso sociale e produttivo maturate all’interno di un territorio caratterizzato da alte criticità ambientali.

Il protocollo rappresenta uno dei progetti dimostrativi della cabina di regia governativa “Benessere Italia” che monitora la qualità di vita dei cittadini. Modalità, tempi e obiettivi saranno definiti progressivamente con specifiche convenzioni operative, specifica l’Ispra in una nota stampa.

Il parco agro-alimentare del complesso La Balzana, bene confiscato nel comune di Santa Maria La Fossa (CE), sarà tra i primi a essere risanato. Diventerà un Parco agroalimentare dei prodotti tipici della regione Campania e si occuperà dell’accoglienza, della didattica e della formazione in ambito agro-industriale. L’auspicio è che questo progetto di valorizzazione sia “esemplare e replicabile”, ha commentato in nota il presidente del Cda di Agririnasce Giovanni Allucci. “Non di meno la collaborazione istituzionale con l’Ispra sarà importante per gli studenti e tutti i cittadini sui tanti progetti di educazione e documentazione ambientale che stiamo programmando nel nostro centro di S. Maria La Fossa, sempre realizzato su un bene confiscato e intitolato a Pio La Torre per il quale ricorre il 38° anniversario della sua uccisione”, ha concluso.

Sversamento illecito liquami Terra dei Fuochi

Sono tante le terre che hanno bisogno di questo lavoro di risanamento. L’ultima è a San Tammaro, in provincia di Caserta, nella cosiddetta Terra dei Fuochi. Lo scorso 9 maggio i Carabinieri forestali di Marcianise hanno sequestrato un fondo agricolo di circa 20 mila mq usato per lo sversamento illecito di liquami, classificati come rifiuti speciali non pericolosi. A far sorgere il sospetto lo sversamento effettuato tramite un tubo di grosso diametro in un medesimo punto, modalità simile all’operazione di lagunaggio prevista dal Testo unico ambientale.

Tre fratelli sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria. Ad allertare i Carabinieri una pattuglia dell’esercito del contingente “Strade sicure” impegnata nel controllo del territorio per scongiurare nuovi danni all’ambiente. “I controlli proseguiranno serrati, non abbiamo intensione di lasciare margini di movimento a questi ecocriminali”, ha commentato in una nota stampa il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

Guanti e mascherine: impiantistica ce la farà

Le infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti e delle terre agricole sono purtroppo frequenti. Potrebbero riguardare anche la gestione dei rifiuti da mascherine e guanti monouso. “Mentre l’Italia fa i primi passi sulla strada della ripartenza, non nascondo la mia preoccupazione su alcuni aspetti relativi alla gestione dei rifiuti. Prima di tutto sull’abbandono di guanti e mascherine a terra”, ha dichiarato in una nota stampa Stefano Vignaroli, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.

I rappresentanti di Ispra cancellano ogni timore. Il direttore generale, Alessandro Bratti, la dirigente del Centro nazionale per il Ciclo dei rifiuti Valeria Frittelloni, e il responsabile Contabilità dei rifiuti del Centro nazionale per il Ciclo dei rifiuti Andrea Lanz, in audizione in commissione Ecomafie hanno dichiarato che la disponibilità impiantistica è sufficiente a garantire la gestione dei dispositivi sanitari monouso. Da qui a fine anno il sistema italiano dovrà gestire tra le 150 mila e le 450 mila tonnellate di rifiuti derivanti da prodotti sanitari monouso. Già oggi gli impianti possono trattare circa 340 mila ton di rifiuti sanitari, 220 mila dei quali tramite incenerimento e 120 mila con sterilizzazione. Al momento si fermano a 145 mila ton di cui 96 mila incenerite e 50 mila sterilizzate. I numeri sono stati elencati

I rappresentati dell’Ispra hanno aggiunto che l’aumento della produzione dei dispositivi sanitari è già oggi compensata dalla riduzione del 10% dei rifiuti urbani nel bimestre marzo-aprile 2020, pari a 500 mila ton. Inoltre, la corretta gestione dei rifiuti sarà garantita dalle linee guida redatte dall’Ispra e dal Snpa. Queste riguardano: la sanificazione delle strade, la classificazione dei rifiuti derivanti dall’uso di mascherine e guanti e l’aumento delle soglie per i depositi temporanei. “Mi preoccupano anche le deroghe al deposito temporaneo dei rifiuti disposte dall’articolo 113-bis inserito nella legge di conversione del decreto Cura Italia: meglio sarebbe stato vararle per un tempo limitato. Così invece si lascia una pesante eredità al futuro”, ha concluso in nota Vignaroli.

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