agricoltura pac agro-ingegneria“Non abbiamo più ricevuto nessuna convocazione da parte del ministero delle Politiche agricole per partecipare al Tavolo sul Piano Strategico nazionale sulla Pac post 2022. Siamo sorpresi e preoccupati per questo atteggiamento che ci fa pensare che tutto sia già stato deciso a tavolino”. Così in un comunicato congiunto le associazioni riunite nella coalizione Cambiamo Agricoltura, sostenuta da oltre 80 sigle. La coalizione è nata nel 2017 per chiedere una riforma della Pac che tuteli tutti gli agricoltori, i cittadini e l’ambiente.

I timori della coalizione Cambiamo Agricoltura

Il riferimento è alle affermazioni del ministro delle politiche agricole e forestali Stefano Patuanelli dello scorso 28 luglio, a margine dell’incontro con il commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowki, e del 19 aprile. Data in cui il capo di dicastero aveva annunciato l’avvio del tavolo di parteneriato. “È grave, quanto sconcertante, che in occasione dell’incontro con il Commissario Agricoltura della Commissione UE il nostro Ministro abbia presentato un quadro dei lavori per la redazione del Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022, totalmente falso e fuorviante”, aggiunge la Coalizione.

Eppure non è arrivato l’avvio formale dei lavori, prosegue la Coalizione, con la predisposizione del Decreto. Questo avrebbe permesso la scelta della composizione, delle regole e delle modalità di lavoro del tavolo: “Nessuna associazione è mai stata convocata ad un incontro ufficiale e nessun documento è stato sottoposto ad una consultazione formale”, evidenzia la nota. Considerato, poi, il ritardo già accumulato dal Paese che “già ad aprile era in grave ritardo rispetto a tutti gli altri Stati Membri dell’Unione Europea, che da oltre un anno hanno avviato il loro percorso per la redazione del Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022 coinvolgendo il partenariato economico e sociale”.

Le associazioni chiedono chiarimenti sulla frase del ministro: “Le organizzazioni sindacali e i produttori, le organizzazioni ambientaliste, le istituzioni, che nel Tavolo di Partenariato stanno già lavorando alla griglia che comporrà il Piano Strategico Nazionale”. Il timore, specificano, è che “anche questo processo si trasformi in una farsa con tutto già deciso a tavolino tra Mipaaf e Regioni, con qualche incontro collaterale con le Associazioni di Categoria, con l’attivazione formale del Tavolo di partenariato solo per assolvere agli obblighi imposti dalla Commissione europea”. A dimostrazione adducono la circolazione dei “documenti che dovranno essere parte del Piano Strategico Nazionale, come l’analisi delle necessità e delle priorità” tra le strutture tecniche del ministero, Crea e Ismea, e tra le regioni ma non tra “gli attori sociali ed economici, quando invece i regolamenti comunitari impongono un coinvolgimento di tutti i portatori di interesse in tutte le fasi di creazione del Piano Strategico Nazionale”.

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