RAEE, solo il 18% degli italiani li riconosce correttamente

Raee   1Solo il 18% degli italiani riconosce correttamente i RAEE, il 40% ne ha un’idea approssimativa, mentre il 42% non ha nessuna conoscenza sull’argomento. E’ quanto emerso da una ricerca – realizzata su un campione di 2121 persone intervistate da Ipsos Italia per Ecodom e Cittadinanzattiva – sui comportamenti degli italiani nella gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.  Dai dati emerge inoltre come la percezione sul grado di rischio di queste apparecchiature sia elevata, anche tra chi non le conosce. In particolare gli intervistati menzionano le conseguenze dannose per il mancato trattamento su suolo, aria e acqua e la presenza di sostanze inquinanti in alcuni componenti. 

I dati della ricerca sono stati elencati oggi a Roma alla presenza, tra gli altri, del Presidente di Ipsos Italia Nando Pagnoncelli, di Ermete Realacci, Presidente Commissione Ambiente Camera, di Sergio Cristofanelli, Presidente Comitato di Vigilanza e Controllo RAEE, di Davide Rossi, Direttore Generale Aires-Confcommercio, di Paolo Giacomelli, Direttore Area Ambiente Utilitalia e di Giuseppina Montanari, Assessore alla sostenibilità ambientale Comune di Roma.

Responsabilità dei cittadini su scarsi risultati di raccolta 

Dal report emerge inoltre come il 35% dei cittadini (a Roma addirittura il 41%)  sia consapevole del fatto che la responsabilità degli scarsi risultati ottenuti dalla raccolta dei RAEE dipenda dai loro comportamenti. Tra i responsabili di questo trend negativo legato al comparto vengono indicate poi le amministrazioni pubbliche (30%), valore in sensibile calo rispetto al 2011 (39%). A essere menzionati sono inoltre il canale distributivo (13%) e il settore dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (11%). 

Se si prende in considerazione come parametro la conoscenza della normativa sui RAEE, dai dati emerge come il decreto uno contro uno sia noto a una fascia di cittadini sempre maggiore, + 13% dal 2011, anche se solo il 30% lo conosce in modo approfondito. Ben il 44% degli intervistati, invece, non ha mai sentito parlare di questo strumento. Per quanto riguarda l’uno contro zero i numeri sono ancora più bassi: solo il 18% ne è a conoscenza, dato legato probabilmente anche alla sua recente introduzione, avvenuta nell’aprile 2016. Tra i cittadini più informati ci sono quelli delle isole. 

La ricerca evidenzia certamente un gap informativo da colmare nel settore della raccolta dei RAEE  commenta in una nota  Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia Lo attesta la maggiore diffusione di comportamenti di conferimento virtuosi tra coloro che conoscono questa tipologia di rifiuti e i decreti che ne regolano la gestione, a differenza di coloro che non li conoscono, che rappresentano i principali responsabili delle cattive abitudini ancora diffuse. Gli italiani riconoscono grandi potenzialità al decreto ‘uno contro zero’ a cui, se sostenuto da campagne di comunicazione e da una maggiore convinzione dei rivenditori, viene attribuita la capacità di contribuire alla crescita della raccolta dei piccoli RAEE”.    

Poca conoscenza sul tema 

La conoscenza dei RAEE e la consapevolezza dell’importanza della loro raccolta differenziata – precisa in una nota Giorgio Arienti, Direttore Generale Ecodomsono ancora poco diffuse tra gli Italiani. Nelle nostre case ci sono moltissime apparecchiature non utilizzate o non funzionanti, soprattutto di piccole dimensioni, per il cui conferimento la distribuzione ha ancora un ruolo secondario. Il ritiro ‘uno contro zero’ è pressoché sconosciuto, sebbene se ne intuiscano le potenzialità per quanto riguarda l’incremento della raccolta: perciò il Consorzio, che nel 2016 con 95 mila tonnellate ha gestito il 33% del totale dei RAEE del Sistema RAEE italiano, continuerà a lavorare per far conoscere questo importante servizio gratuito”.   

A sottolineare l’importanza di un nuovo approccio alla questione è Antonio Gaudioso, Segretario Generale Cittadinanzattiva, che spiega in una nota come l’obiettivo principale da raggiungere sia il coinvolgimento dei cittadini in modo da favorire la tutela dei loro diritti e la cura dei beni comuni. “Con tale finalità – ha spiegato Gaudioso – abbiamo ad esempio realizzato, in collaborazione con Ecodom, la guida ‘Rifiuti elettrici ed elettronici: come fare?’ A far la differenza, sono anche la capacità degli amministratori di implementare nei territori politiche nazionali e obiettivi europei, gli investimenti in infrastrutture dedicate, a partire da una più capillare presenza di specifici centri di raccolta, ma anche la capacità di fare rete tra i vari soggetti della filiera direttamente interessati – produttori, distributori, consorzi etc. – con le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni civiche”.

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