La sicurezza delle auto intelligenti si testa con la realtà virtuale

Il recente incidente che ha coinvolto un’automobile dotata di guida autonoma del gruppo Tesla, in cui ha perso la vita l’autista, ha aperto un dibattito sulla sicurezza di questi veicoli di ultima generazione. L’Università di Warwick, nel Regno Unito, propone un approccio operativo innovativo alla questione dei test di sicurezza rivolti alle vetture smart. L’idea, come scrive l’Economist che dà la notizia, è quella di sfruttare un simulatore di guida che permetta di fare delle valutazioni senza andare realmente su strada. 

Ma come funziona questo sistema? L’automobile che si vuole testare si trova nel mezzo di un simulatore che genera un’immagine ad alta risoluzione, a 360°, dell’ambiente in cui si muove il veicolo compresi edifici, paesaggio, ciclisti, pedoni e rumori. Alcuni sensori dell’auto interagiscono, infatti, direttamente con l’immagine generata come se ci si trovasse realmente in condizioni di traffico simili a quelle che affrontiamo ogni giorno in un percorso con la nostra auto.

In generale molti sistemi attualmente in uso sfruttano un tipo di intelligenza artificiale definita ‘machine vision’ per analizzare la forma degli oggetti. Tuttavia le videocamera può avere delle defaillances legate alle varietà della luce, inconveniente a cui si può ovviare simulando in maniera virtuale centinaia di albe e tramonti per  testare  le performance del veicolo e accelerare la realizzazione di sistemi antiriflesso ad esempio. Un discorso analogo può essere fatto per quanto riguarda qualsiasi altro elemento in grado di influire sulle prestazioni dell’automobile in termini di sicurezza. 

Un ulteriore aspetto su cui si stanno concentrando i ricercatori è poi quello dell’analisi del comportamento di chi è all’interno del veicolo per cercare di favorire un’interazione ottimale uomo-macchina in una prospettiva che consenta di riprendere il controllo dell’auto in un momento di criticità legato all’elaborazione errata di dati.