MIT: test su campi elettrici a bassa intensità contro il cancro

CelluletumoraliUn dispositivo delle dimensioni di una moneta da un dollaro che, sfruttando i microfluidi, potrebbe contrastare la diffusione delle cellule tumorali. E’ la tecnologia su cui sta lavorando un gruppo di ricercatori del MIT (Massachussetts Institute of Technology) che sta effettuando dei test sulla capacità dei campi elettrici a bassa intensità di impedire il proliferare delle cellule maligne nei casi di cancro al seno e al polmone senza danneggiare quelle sane. 

I ricercatori, come si legge sul sito del MIT, hanno realizzato il dispositivo sfruttando PDMS, un gel polimerico ampiamente utilizzato e hanno creato all’interno dei piccoli canali. Lo step successivo è stato quello di realizzare una miscela a base di scaglie d’argento di microdimensioni e PDMS e creare due canali in modo da formare due piccoli elettrodi separati. Nella regione tra i due elettrodi è stato invece iniettato idrogel con con cellule provenienti da masse tumorali del seno e del polmone. I ricercatori hanno inoltre aggiunto cellule endoteliali umane sane. A questo punto gli idrogel hanno dato origine a una matrice tridimensionale per imitare l’ambiente extracellulare. Dopo aver sottoposto ogni cellula a  campi elettrici alternando frequenze di 150 o 200 chilohertz in continuo a un’intensità di 1,1 volt per centimetro, gli studiosi hanno registrato un significativo rallentamento nella progressione tumorale dopo tre giorni di stimolazione. Le cellule sane invece rimanevano inalterate.  

“Ci auguriamo che questo dispositivo faccia aumentare l’interesse da parte dei ricercatori che stanno esplorando l’effetto dei campi elettrici su diversi tipi di cancro”, spiega Giulia Adriani, uno dei membri dello staff di ricerca che ha firmato lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports. “Nel nostro studio  abbiamo notato che  l’effetto è limitato alla cellula tumorale alle frequenze e intensità testate, ma abbiamo davvero bisogno di valutare  altre cellule e altri parametri.”, ha concluso la scienziata.  

 

 

 

 

 

 

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