L’industria italiana è efficiente, ma senza un approccio globale

IndustriaaNegli ultimi tre anni il 64% delle aziende italiane ha promosso interventi di efficientamento energetico senza un piano strutturato.

È il risultato dell’indagine internazionale condotta nell’aprile 2015 dall’ente di certificazione DNV GL – Business Assurance in collaborazione con l’Istituto GFK Eurisko.

Il campione preso in esame ha coinvolto 1557 professionisti di aziende del settore primario, secondario e terziario che operano in Europa (il campione italiano è composto da 171 aziende), Asia, America (Nord, Centro e Sud), al quale è stato somministrato un questionario attraverso la metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing). Non rappresentativo della popolazione mondiale delle imprese, il campione comprende un 18% di energivori (appartenenti ai settori estrattivo e minerario, produzione di carbone e carta, lavorazione di sostanze e prodotti chimici, tra gli altri) e 67 aziende “leader”, che dimostrano di avere investito in efficienza negli ultimi 3 anni e di possedere una strategia in tal senso.

L’attenzione dei professionisti si è rivelata molto alta: l’81% del campione ritiene che possa impattare “sul proprio Paese”, il 79% “sul mondo nel suo complesso” e i 77% “sulla propria vita quotidiana”.

Think1
 Think2
 Think3

Inoltre, l’efficienza viene considerata fondamentale nelle dinamiche di business: questo avviene principalmente per le aziende del Nord America e dell’Asia (73%), segue l’Europa (66%) e il Centro e Sud America (61%).

Think4 

Le aziende (59%) hanno appurato che i vantaggi derivanti da interventi di efficientamento sono superiori ai costi affrontati; questo le spinge a mantenere o accrescere gli investimenti (48%) e a intensificare gli impegni futuri.

Think5

E, nonostante il 57% del campione abbia adottato una strategia in efficienza energetica e il 55% ha fissato obiettivi misurabili, l’indagine mostra come queste stesse imprese siano ancora lontane da un approccio olistico: sono pochi a operare in maniera coordinata fissando obiettivi a livello di funzione (22%), a livello di area (14%) e di attrezzature (10%).

Sull’approccio globale l’Italia palesa un forte gap con gli altri Paesi: nonostante il 64% delle imprese abbia investito in efficienza energetica negli ultimi anni, spinta soprattutto dal contenimento dei costi legati all’energia, le società italiane sono molto più lontane rispetto a quelle internazionali dall’avere un atteggiamento olistico.

Dunque notevoli sono i marigini di miglioramento, non solo in ambito tecnologico o ingegneristico, ma anche dal punto di vista della sensibilizzazione. Per riuscirvi, sottolinea DNV GL, fondamentale è implementare un sistema di gestione dell’energia secondo lo standard ISO 50001, che promuova migliori pratiche nei comportamenti, incoraggi il recupero dell’energia  soprattutto nel settore industriale – e faciliti un uso sostenibile delle fonti primarie di energia.

Print Friendly, PDF & Email

Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Un team di professionisti curioso e attento alle mutazioni economiche e sociali portate dalla sfida climatica.