Rete IRENE: riqualificazione energetica unica via per risparmiare

ReteIRENE“La deep renovation e gli interventi di efficientamento degli edifici consentono di tagliare drasticamente il caro-bolletta. Ma serve sostegno delle istituzioni” Oggi, secondo i dati resi noti Dall’ISTAT, vengono spesi 42 miliardi di euro per il riscaldamento domestico, ovvero oltre 1600 euro all’anno per ogni singola famiglia italiana per far funzionare i caloriferi. Ma questa spesa si potrebbe dimezzare?

La risposta a questa domanda arriva da Rete IRENE, il primo network di imprese italiane specializzato in riqualificazione energetica, che attraverso interventi di riqualificazione energetica, i soli capaci di incidere in maniera strutturale sul peso della bolletta di luce e gas, contribuendo anche alla diminuzione delle emissioni nell’atmosfera”. “La maggior parte degli edifici che occupiamo- ha spiegato Virginio Trivella, coordinatore del Comitato scientifico di Rete IRENE – è stata concepita e realizzata in epoche, nemmeno troppo lontane, in cui l’efficienza energetica era una tematica praticamente sconosciuta per architetti e costruttori. La situazione odierna è sotto gli occhi di tutti: i nostri immobili sono pesantemente energivori e avrebbero bisogno di efficaci interventi per allinearli agli attuali standard. Il caro-bolletta, infatti – spiega una nota – non è certamente dovuto al freddo polare: alla luce dei cambiamenti climatici, gli inverni risultano infatti, di anno in anno, sempre meno rigidi, tanto che recentemente Legambiente ha addirittura lanciato un appello alle amministrazioni pubbliche e agli amministratori di condominio per rimandare l’accensione dei caloriferi.

La dispersione dei nostri edifici – continua la nota – è attualmente responsabile del 40% del totale del nostro consumo energetico. Recenti studi del FraunhoferInstitute hanno dimostrato che tutta l’Unione Europea, Italia compresa, ha un alto potenziale di risparmio economico ed energetico, pari in media al 41% da qui al 2030. Per quanto riguarda l’ambito residenziale, il potenziale di risparmio è pari addirittura al 61%. Insomma, le tecnologie e gli approcci innovativi disponibili oggi sono in grado di ridurre dell’80% la domanda di energia degli edifici; quel che manca è una forte sensibilizzazione dei cittadini sui vantaggi della riqualificazione e un quadro regolamentare che favorisca gli investimenti necessari. “Oggi – continua Trivella – è possibile dimezzare i consumi delle abitazioni, attraverso interventi di riqualificazione energetica.

Tuttavia, la deep renovation in Italia è una pratica quasi sconosciuta, anche gli incentivi fiscali per l’efficienza energetica, che dal 2007 al 2014 hanno mosso investimenti per 27 miliardi di euro, avrebbero potuto essere molto più efficaci: solo un decimo degli investimenti è stato destinato alla riqualificazione dell’involucro degli edifici. La metà è stata spesa per sostituire serramenti e un terzo per le caldaie, interventi utili ma che consentono di conseguire risultati più modesti. Gli interventi integrati, che sono i più efficaci, sono stati quasi del tutto ignorati”. Inoltre, “se si considerano anche gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, gli investimenti complessivi delle famiglie italiane dal 1998 a oggi sono stati di 190 miliardi. Se tutti questi investimenti che le famiglie hanno fatto fossero stati dedicati all’efficienza energetica, oggi avremmo già superato l’obiettivo di riduzione dei consumi fissato per il 2020. E invece continuiamo ad assistere a interventi di manutenzione degli edifici fatti con pratiche obsolete, senza alcun riguardo per l’efficienza e per l’ambiente”. “In questo periodo di crisi economica – ha sottolineato Manuel Castoldi, presidente di Rete IRENE – la riqualificazione energetica integrata è anche un importante volano per la ripresa per un settore come quello dell’edilizia, e quindi per il sistema Italia. Inoltre, offre ai cittadini importanti benefici sia in termini economici sia sotto il profilo del comfort e del benessere abitativo, contribuendo nel contempo alla salvaguardia dell’ambiente e alla riduzione del consumo energetico”. Adesso, serve un impegno concreto da parte delle istituzioni.

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