Il percorso di decarbonizzazione dell’industria italiana del cemento

La riduzione delle emissioni di gas serra e la tutela del Made in Italy sono le sfide principali per il comparto.

L’industria italiana del cemento, fra i settori hard to abate, ha cominciato nel 2019 un percorso di decarbonizzazione. L’obiettivo è raggiungere – con investimenti previsti di 4,2 miliardi di euro, cui si aggiungono costi operativi di circa 1,4 miliardi annui – la neutralità climatica entro il 2050.

cemento
Foto Pixabay

I risultati delle azioni compiute finora sono positivi: le aziende del settore hanno aumentato la quota di combustibili alternativi dal 20 al 22,5 per cento, riducendo di conseguenza l’impiego di combustibili fossili, e hanno aumentato anche l’utilizzo di materiali alternativi al clinker (il principale componente del cemento, la cui produzione ha un elevato impatto ambientale).

“L’eccellenza del Made in Italy per costruzioni sempre più sicure e sostenibili”

È quanto emerso all’evento intitolato “L’eccellenza del Made in Italy per costruzioni sempre più sicure e sostenibili”, organizzato da Federbeton Confindustria in occasione di ME – Made Expo 2023. “Decarbonizzare un’industria pesante come quella del cemento è, e deve essere, un lavoro di squadra che deve interessare le aziende tanto quanto le istituzioni, affinché il Paese possa dotarsi di un’industria carbon neutral e sempre più all’avanguardia”, ha commentato Nicola Zampella, direttore generale di Federbeton.

cemento, Federbeton
Roberto Callieri, presidente di Federbeton, e Nicola Zampella, direttore generale

L’impatto ambientale delle importazioni dall’estero

L’industria, che conta 36mila addetti e circa 2.700 imprese, si trova in un momento delicato anche a causa dell’incremento delle importazioni dai Paesi extra europei: sono cresciute del 30 per cento nei primi sette mesi del 2023 e più che triplicate negli ultimi tre anni, con un conseguente aumento delle emissioni di CO2 del 23 per cento.

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“L’industria del cemento non può essere lasciata sola nel percorso che porta alla decarbonizzazione”, ha ribadito Roberto Callieri, presidente di Federbeton. “Il nuovo Codice degli Appalti contiene un riferimento che intende tutelare i materiali edilizi di provenienza europea, un primo passo utile a scongiurare il rischio di deindustrializzazione, ma che purtroppo non basta: oggi più che mai è necessario rendere tali indicazioni vincolanti per le stazioni appaltanti”.

“Valorizzare il Made in Italy nelle costruzioni, anche in vista dei progetti da realizzare grazie al PNRR, significa garantire elevati standard qualitativi e ambientali per opere affidabili, sicure e durabili”, ha confermato Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio.

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