Danni ambientali, credito di imposta e assicurazioni uno strumento per prevenirli

Le basi della proposta di legge: "Concessione di un credito d’imposta in favore dei titolari di reddito d’impresa per la stipulazione di contratti di assicurazione, l’acquisizione di certificazioni e l’esecuzione di interventi di prevenzione in materia ambientale"

Credito di imposta e maggiore attenzione alla prevenzione. Queste le basi della proposta di legge: “Concessione di un credito d’imposta in favore dei titolari di reddito d’impresa per la stipulazione di contratti di assicurazione, l’acquisizione di certificazioni e l’esecuzione di interventi di prevenzione in materia ambientale” (Atto della Camera dei Deputati n. 445). Presentata oggi, 9 maggio, in una conferenza stampa che si è tenuta presso la Camera dei Deputati, di cui prima firmataria l’On. Maria Chiara Gadda vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura. Sottoscritta dagli On. Rosato, Sottanelli, Bonetti, Benzoni e Ruffino.

Siamo dotati di norme che fermano o che sanciscono gli abusi, ma siamo deboli nei confronti della prevenzione” apre così i lavori l’On. Maria Chiara Gadda vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura. “Questa legge ha l’obiettivo non tanto di sanzionare, ma di provare a creare concretamente le condizioni per prendere per mano le imprese. A partire dalle più piccole, che potenzialmente possono creare danni all’ambiente” conclude l’On. Gadda.

Si potevano evitare il 70% dei danni ambientali

“Spesso i danni ambientali sarebbero evitabili” rimarca Lisa Casali manager del Pool ambiente, consorzio per l’assicurazione e la riassicurazione della responsabilità per danni all’ambiente (vedi l’intervista completa nel video a seguire). “La prevenzione deve essere una priorità per il nostro Paese. Per questo si deve pensare anche a una copertura completa per i danni all’ambiente”.

Da un’analisi degli ultimi 40 anni di gestione dei sinistri è emerso come almeno il 70% degli incidenti si potevano evitare grazie a una prevenzione strutturata. Esperienza su cui il Pool ambiente ha anche lavorato con UNI per realizzare la UNI/PdR 107:2021. “E’ rivolta a tutte le imprese e individua i potenziali rischi. In base ai quali è disponibile un kit di requisiti legati alle proprie potenziali sorgenti di inquinamento”.

“Queste misure di natura fiscale devono essere accompagnate anche da interventi di natura pubblica e da campagne di informazione sul tema”  rimarca Simona Andreazza, servizio danni non auto di ANIA. “La Banca Centrale Europea, proprio recentemente in uno studio congiunto con Eiopa, ha sottolineato come lo strumento assicurativo sia fondamentale per garantire la sopravvivenza dell’impresa nella calamità”.

Dagli ultimi dati del Pool Ambiente risulta che meno del 2% delle aziende è assicurato.

Gli strumenti messi in atto nella Proposta

La Proposta intende agire sulla prevenzione e sul dotare le aziende per tempo degli strumenti disponibili per agire a riparare gli eventuali danni.

Danni ambientali la Proposta composta di sei articoli richiede:

  • il riconoscimento, per le imprese, di un credito di imposta del 20% a favore della sottoscrizione di polizze per il rischio di danno ambientale.
  • Credito d’imposta del 20% anche a copertura delle spese sostenute dalle aziende per ottenere il riconoscimento della certificazione UNI/PdR 107:2021 “Ambiente Protetto – Linee guida per la prevenzione dei danni all’ambiente – Criteri tecnici per un’efficace gestione dei rischi ambientali”(art.4). Equiparandolo di fatto agli incentivi già riconosciuti per EMAS, per la certificazione UNI EN ISO 14001:2015 (art.3). Anche riferita agli interventi di prevenzione degli eventi di danno all’ambiente quali la manutenzione sui serbatoi interrati e sui bacini di contenimento (art. 5).
  • L’articolo 6 definisce gli oneri finanziari a carico dello Stato per l’anno 2024 che sono pari a: 1,820 milioni di euro per l’attuazione della disposizione di cui all’articolo 2, a 1 milione di euro per l’attuazione dell’articolo 4 e a 2,2 milioni di euro per le disposizioni dell’articolo 5. Per l’articolo 3 invece non è previsto alcun onere statale.

Possibili sviluppi del comparto assicurativo

“In vista delle quotazioni  in Borsa una norma di valutazione dovrebbe valutare anche questa componete di prevenzione come essenziale” suggerisce Pietro Negri segretario generale di AIBA.

“Si tratta di una proposta che si inserisce in quella che è una necessità nuova, una nuova politica per il clima” commenta Donato Speroni senior expert di ASviS. “Abbiamo bisogno di una legge sul clima. Altri paesi ce l’hannoe riferendosi al il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici – PNACC che prevede tra le misure necessarie da implementare a livello nazionale la promozione di coperture assicurative per i danni agli ecosistemi anche in conseguenza di eventi naturali estremi ricorda come: “Una legge ha più forza di un piano. Dobbiamo arrivare ad avere delle norme più stringenti”.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.